Una voragine. Uno sprofondo da 2.469 alunni e 67 classi in meno nel parallelo fra l’anno scolastico attuale e il precedente. Una contrazione con numeri mai visti nella Marca, la peggiore fra tutte le province venete: un anno fa si certificava un calo di 1.693 scolari rispetto al 2022-2023. Solo in 12 mesi, la perdita si è allargata di quasi 800 studenti. Di anno in anno, è un crollo verticale.
L’inverno demografico sta svuotando le nostre scuole. Solo la nostra provincia totalizza una riduzione superiore alle duemila unità: a Padova gli alunni in meno sono 1.591, a Venezia 1. 588. Gli accorpamenti saranno inevitabili: da settembre 2024 nella Marca se ne sono concretizzati cinque, dal prossimo anno la fusione sarà inevitabile per i Comprensivi di Breda e Maserada.
Senza scordare le primarie Pascoli: rimaste con la miseria di due classi, dal prossimo settembre non saranno più scuola elementare. L’effetto più tangibile della glaciazione demografica che sta imponendo la razionalizzazione di istituti e plessi.
Sono le ultime elaborazioni dell’Ufficio scolastico regionale a rappresentare l’ennesimo monito, a riaccendere i riflettori sulle conseguenze inesorabili della denatalità.
Solo un anno fa si contavano 103.707 alunni in tutte le scuole statali della nostra provincia, dall’asilo alle superiori. Dodici mesi dopo, l’Ufficio scolastico tocca quota 101.238. Il vuoto vale 2.469 alunni, gli abitanti di un piccolo Comune. Un crollo che si abbatte anzitutto sulle primarie: 1.289 bambini in meno, scendendo in un anno da 35.055 scolari a 33.766.
Un buco che non conosce fine. E sono emblematici – appunto – i 27 scolari iscritti oggi alle Pascoli a Santa Maria del Rovere: per la terza volta in cinque anni non sono riusciti a formare la prima elementare, annoverano appena una seconda e una terza. Lo specchio della crisi. Ed è altrettanto indicativo il numero totale delle classi cancellate in tutta la provincia: 67 in meno, dall’asilo alle superiori. Entrando più nel dettaglio, nelle scuole dell’infanzia si contano 5.478 baby scolari contro i 5.618 dell’elaborazione 2023, evidenziando una differenza di 140 bambini.
Analizzando la situazione negli altri gradi scolastici, le medie statali trevigiane sono frequentate oggi da 23.433 studenti e le superiori da 38.561 alunni. Sono un anno fa erano rispettivamente 23.966 e 39.068, una contrazione rispettivamente di 533 e 505 studenti.
Segno incontrovertibile che l’impatto dell’inverno demografico sta producendo effetti lampanti anche nelle secondarie: nei prossimi anni la diminuzione sarà ancora più vistosa, pensando alla caduta vertiginosa che si sta verificando alle elementari.
Per le scuole paritarie, invece, i dati più aggiornati dell’Ufficio scolastico sono legati all’anno scolastico 2023-2024: 19.795 alunni dall’asilo alle superiori, con una riduzione di 409 unità rispetto al 2022-2023.
Il crollo della demografia scolastica indica una rotta precisa che coincide con i verbi riorganizzare e accorpare. Laddove possibile, le fusioni diventano un percorso obbligato. Il piano di dimensionamento scolastico, voluto dal ministero dell’Istruzione, sta già producendo modifiche strutturali nella scuola trevigiana.
Basti pensare ai cinque istituti accorpati dall’anno scolastico 2024-2025: la scure si è abbattuta su tre Comprensivi, ma è stato inevitabile mettere assieme quattro scuole superiori. A Castelfranco, dallo scorso settembre, Barsanti e Galilei formano un unico istituto. Idem, spostandoci a Oderzo, Obici e Sansovino.
L’ufficialità non è ancora arrivata, ma è stato già deciso un sesto accorpamento da attuare nell’anno scolastico 2025-2026: si uniranno i Comprensivi di Maserada e Breda, quest’ultimo era stato salvato solo per una proroga voluta dal Comune. Accorpamenti che si concretizzano con l’assegnazione di un unico dirigente e un unico direttore dei servizi amministrativi (Dsga).