La stagione anomala con maltempo e freddo in primavera, ha mitigato la tendenza degli interventi nella bassa provincia facendoli calare rispetto agli ultimi anni, ma si evidenziano sempre delle situazioni evitabili con strumenti a disposizione e valutazioni preventive.
È questo il bilancio dell’attività 2024 della stazione di Feltre del Soccorso alpino e speleologico, prima dell’inverno.
Sono stati 30 gli interventi effettuati, il dato più basso degli ultimi anni, quattordici in meno rispetto ai 44 del 2023 e in calo rispetto agli anni precedenti (45 nel 2022, 39 nel 2021 e 36 nel 2020).
Trenta le persone soccorse, di cui 11 illesi, 15 feriti e 4 deceduti.
Per quanto riguarda l’attività coinvolta, in 14 casi è stato l’escursionismo; 2 il parapendio; 2 auto e moto, 1 ricerca funghi, residenza in alpeggi, turismo e lavoro; 8 altro.
«C’è stato un piccolo calo dei numeri dei nostri interventi, credo legato al maltempo, soprattutto di tutta la parte estiva», dice il capostazione di Feltre del Soccorso alpino Franco Casanova. «Quest’anno non ho visto superficialità, mentre negli anni scorsi un po’ sì. Ma un anno è un periodo troppo breve per dire che c’è più attenzione nell’approccio alla montagna. Quest’anno non ci sono stati quegli interventi di notte a prendere gli impreparati», commenta. «Qui da noi i pericoli più grandi arrivano nel perdere i sentieri, soprattutto tra le persone che frequentano i sentieri Cai non ufficiali, ma magari tracce di sentiero che hanno trovato. Perdere le tracce su sentieri poco frequentati può essere facile e poi da lì si concatena una serie di problematiche che vanno dalla perdita del sentiero alla scivolata e che possono essere molto complicate da gestire».
Tra i vari interventi, il capostazione di Feltre ricorda in particolare quello gestito nel pomeriggio del 24 agosto, quando un ragazzo stava affrontando l’Alta Via Degli Eroi da solo. Il giorno precedente aveva condiviso una posizione con i genitori, aveva la tenda al seguito, poteva essersi attardato o aver smarrito il telefono, ma da 24 ore non dava più notizie. Quindi i familiari attivarono i soccorsi.
«Incrociando informazioni con percorso e conoscenza del territorio, si organizzarono le squadre identificando una zona prioritaria. Una squadra con elicottero della Protezione civile regionale eseguiva una ricognizione sul percorso ipotetico con tratti esposti e si facevano scaricare a malga val Dumela per percorrere a piedi il tratto. Nel frattempo altri si recavano a Forcella Bassa per perlustrare i sentieri e un elicottero della Guardia di Finanza perlustrava la zona con un volontario a bordo».
Viste le ore trascorse, la vastità della zona e l’incombere del buio, «si attivavano le risorse per proseguire con il buio ed organizzare il giorno successivo. Ma la prima squadra ancora sul percorso in fase di rientro, urlando il nome del ragazzo nel tratto sotto il monte Peurna otteneva una risposta, i volontari si affrettavano a raggiungere il ragazzo, che sbagliando sentiero il giorno prima era ruzzolato per diversi metri e necessitava di intervento medico. Il buio stava arrivando, i volontari lo assistevano e aprivano un varco nella vegetazione per agevolare le operazioni, sul posto giungeva l’eliambulanza di Trento con l’equipe medica e poco dopo altri due volontari arrivavano a piedi. L’infortunato veniva medicato, recuperato mediante verricello e trasportato all’ospedale di Treviso».