La data, il luogo, la musica, il testo, il fine. Tutto ha avuto un preciso significato, nel recital proposto il 23 novembre sera da Marco Goldin e dal pianoforte di Remo Anzovino nel piccolo palcoscenico allestito nell’auditorium della Casa dei Gelsi, davanti a sole cento persone che hanno tempestivamente prenotato i limitati posti disponibili.
Il 23 novembre 2013, infatti, si spegneva nell’Hospice di Advar Adriano Goldin, manager e politico di spicco nella Marca, padre del noto storico dell'arte, curatore e narratore che nell’ultimo anno ha portato con grande successo il suo spettacolo “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato” in 30 teatri di tutta Italia. E che, dovendo rinunciare, per motivi organizzativi, alla prevista data al Teatro Comunale della sua città, ha voluto proporre, proprio nel decennale della morte del padre, una versione esclusiva ambientata e dedicata all’Advar, cui ha donato l’intero incasso della serata.
Ad aprire la serata la presidente Advar Anna Mancini, che oltre a ringraziare Goldin e Anzovino per essere a Casa dei Gelsi, a ricordato il lungo legame di Goldin ad Advar. Luigi Caldato, in veste di consigliere comunale ma anche di amico di Adriano Goldin ha voluto ricordare quanto sia stato "per me un mentore, un uomo che aveva visioni e passioni straordinarie".
E poi arriva la morbida voce di Goldin, che introduce lo spettacolo citando Plinio il Vecchio e il mito dell'inizio della pittura «Ma a cosa servono i ritratti se non ad esaudire il desiderio struggente degli artisti se non a trattenere qualcuno dalla parte della vita? È per questo che assieme a mio fratello Francesco abbiamo voluto rendere questo omaggio a nostro padre che 10 anni fa "ha cambiato posto". Per farlo, ho risistemato lo spettacolo che sto replicando da più di un anno, il diario immaginario degli ultimi giorni di van Gogh, in modo molto diverso, soprattutto per la musica di Renzo Anzovino, che sono grato al Maestro di avermi permesso di scegliere».
E poi tocca al pianoforte, con “In your name”, tratto da un album di Anzovino del 2017, Nocturne: un brano struggente che mette al centro un titolo, una dedica. Qui di, davanti a una platea già rapita, inizia una narrazione travolgente che lega il nome di van Gogh a quello di papà Adriano. La fine di una vita a quella celebrazione della vita che è Advar.
