TRIESTE. Oltre trecento firme per ripensare al giardino San Michele. «Noi cittadine e cittadini vogliamo che il giardino non sia destinato al degrado, ma torni a essere un gioiello della città», si legge nel testo della petizione lanciata dall’associazione Andandes (e che in poche ore ha toccato già 300 sottoscrizioni), in allegato a scatti che testimoniano le malinconiche condizioni in cui versa il parco: il fatiscente gioco a castello chiede di essere sostituito, la fontana è guasta da tempo, i terrazzamenti necessitano di nuovo pietrisco.
«Chiediamo al Comune – scrivono – di impegnarsi economicamente, e con una calendarizzazione efficace, a realizzare i lavori necessari per permettere la frequentazione in sicurezza di famiglie e turisti». Dalla sua riapertura al pubblico nel 1999, il giardino San Michele è stato gestito dall’associazione presieduta da Laura Flores, che tramite una concessione del Comune più volte rinnovata negli anni si è occupata, a titolo gratuito, della manutenzione minuta dell’area. In cambio, ad Andandes era concesso l’utilizzo non esclusivo del parco: momenti di condivisione e socialità che hanno contribuito a trasformarlo in un punto di riferimento per il rione. Ma poi qualcosa si è incrinato. In ottobre il rapporto tra il Comune e l’associazione è cessato in essere, e Andandes non ha voluto firmare il rinnovo della concessione. «Sebbene l’associazione abbia continuato a svolgere la propria parte – si legge nel testo – negli ultimi tre anni l’istituzione non ha più riattivato i servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonostante i solleciti».
Preso atto di ciò, l’associazione chiede all’amministrazione di impegnarsi a programmare potature periodiche delle siepi, e la «garanzia che interventi di manutenzione necessari siano messi a bilancio, secondo tempistiche ben definite». Invero il Comune, fa sapere l’assessore all’Urbanistica Michele Babuder, avrebbe già provveduto alla potatura di rampicanti e siepi, mentre nei prossimi mesi si procederà con la sostituzione del gioco a castello. Interventi che «sono già previsti nei piani di verde pubblico e – annota Babuder – che non inficiavano in alcun modo le attività di Andandes». Nel merito dunque «dal Comune la concessione era sempre la stessa e – assicura – lo spirito era di accogliere le necessità di Andandes». In assenza di una firma, «adesso l’Immobiliare valuterà di fare un bando». Ma l’associazione cerca ancora un confronto: «Chiediamo al Comune di riallacciare il dialogo per concordare assieme impegni di entrambe le parti, ridefinire un nuova concessione che garantisca la prosecuzione delle attività culturali. E ripensare assieme al futuro del rione».
