GORIZIA Che l’Isonzo non stesse conoscendo una piena come tante altre, lo si è capito nitidamente già nella prima mattinata di venerdì quando, al parco di Piuma a Gorizia, il fiume è lievemente esondato andando a sommergere le panchine e i tavolini in legno posti in prossimità dell’argine. Tanta acqua.
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E una conferma ufficiale che l’allerta arancione era più che mai giustificata è arrivata anche dall’attività, resa nota dall’assessore comunale alla Protezione civile Francesco Del Sordi, svolta dalla diga di Salcano, in Slovenia, che «sta scaricando – osservava, ieri, attorno alle 14 – oltre 2.000 metri cubi al secondo. Un dato che, a mia memoria, mai era stato raggiunto, almeno negli ultimi vent’anni, se non di più». Poi, nel pomeriggio, la Protezione civile si è mobilitata nella zona di Gradisca e, soprattutto a Sagrado.
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Questo fornisce il quadro della situazione con le squadre comunali della Protezione civile che hanno vissuto l’intera giornata in stato di allerta, lavorando incessantemente. «La situazione viene monitorata in maniera costante con gli idrometri», ha fatto sapere un portavoce della squadra goriziana dei volontari. Solo per cautela, in tarda mattinata, si era proceduto a Gorizia anche alla preparazione dei sacchi per fronteggiare un’eventuale esondazione.
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A metà mattina, la Protezione civile di Gorizia ha fornito la prima fotografia della situazione: «Al momento la situazione è sotto ai limiti di guardia». Poi, è arrivato anche l’aggiornamento regionale con l’attivazione del “Servizio di piena” per l’Isonzo. Alle 11, la portata del fiume, misurata a valle della diga di Salcano, aveva raggiunto il valore di 1.700 metri cubi al secondo. Mezz’ora più tardi, l’idrometro “Gorizia idro” era a quota 2,68 metri, superando il valore di guardia posto a 2,50. Nel frattempo, era stato messo in funzione il bacino di laminazione a monte del torrente Corno a Nova Gorica «a protezione dei nostri abitati – spiega ancora Del Sordi – lungo le vie Catterini, San Gabriele, Pellico, Balilla, Corsica, Brass».
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Ma è a Gradisca e a Sagrado che l’attenzione è stata massima. Per l’intera giornata. All’idrometro, posto all’altezza della cittadina della fortezza, si è raggiunto a fine mattinata il valore di 8,21 metri, superando il valore di guardia posto a 8 metri. L’ondata di piena era prevista per le 15 ed è cresciuta, mano a mano, con il passare del tempo. «Stiamo prestando attenzione alla situazione di Sagrado dove c’è un pezzo di argine cementato e un tratto in curva in terriccio che va tenuto sotto controllo. Dislocheremo anche dei sacchi», la spiegazione di Adriano Valle, coordinatore della squadra comunale della Protezione civile di Gradisca d’Isonzo. Importante anche il lavoro svolto dai vigili del fuoco del Comando provinciale di Gorizia.
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In prima linea anche il sindaco Marco Vittori. «Abbiamo proceduto con la chiusura della passerella sia ai pedoni sia al traffico – spiegava alle 18 –. Ora stiamo procedendo con la posa in opera delle torri faro per effettuare i doverosi controlli nelle ore notturne. Stiamo monitorando con attenzione i punti più sensibili anche se, al momento, non sembrano presentarsi particolari criticità».
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Anche il sindaco di Gradisca d’Isonzo Linda Tomasinsig ha seguito, con attenzione, gli sviluppi dell’intera giornata. L’Isonzo era “rabbioso” con una portata instabile, fatta di crescite repentine e cali: diretta conseguenza della gestione della diga di Salcano da parte delle autorità slovene. Un problema di cui si parla dalla notte dei tempi ma al quale non si è riusciti a dare (ancora) soluzione. Qualche piccola esondazione c’è stata nell’area del Gradiscano.
Attenzione massima anche a Savogna d’Isonzo. Alle 11.30 (l’unico dato disponibile), il livello del Vipacco all’idrometro denominato, appunto, “Savogna d’Isonzo” aveva raggiunto il valore di preallarme fissato a 5,7 metri. Molto ingrossati anche il Torre e lo Judrio che sono stati oggetti di monitoraggio da parte delle squadre della Protezione civile
