Nessun passaggio di consegne il 1 luglio come sembrava appena sei mesi fa. L’Udinese resterà ancora tutta nelle mani della famiglia Pozzo.
Il fondo di investimenti americano che dallo scorso agosto aveva imbastito delle trattative per rilevare il club bianconero non è riuscito a concretizzare il proprio interesse. Non portano dunque sulla retta via gli scenari favorevoli a un cambio di proprietà, come il contratto con Dacia, sponsor di maglia e dello stadio Friuli che si avvia alla conclusione. E neppure i possibili indizi, in particolare l’arrivo di un altro dirigente dell’area sportiva, Federico Balzaretti, che conosce bene gli uomini di “890 Fifth Avenue Partners”, il fondo newyorkese interessato all’Udinese.
A questo proposito vale la pena fare almeno un paio di approfondimenti.
I Pozzo, per volontà del patron Gianpaolo, vorrebbero un passaggio di consegne soft nel caso di accordo con un fondo. L’idea sarebbe quella di rimanere all’interno del club come garanti, un po’ quello che ha fatto la famiglia Percassi all’Atalanta, quando ha ceduto la gran parte delle proprie quote agli americani di “Bain Capital”, rappresentati da Stephen Pagliuca.
Per questo nella trattativa era stata inserita una quota di minoranza del Watford (si era parlato del 10 per cento): in soldoni i Pozzo avrebbero mantenuto delle quote importanti dell’Udinese assieme a un ruolo di rappresentanza per poi uscire di scena successivamente, incassando in cambio quella quota del Watford. Valore dell’operazione? Gli americani avrebbero voluto chiudere a 200 milioni di euro, una cifra sulla quale si è discusso e che non è un’enormità, considerando che l’Udinese incassa dai soli contratti con le tv più di 40 milioni all’anno.
Tutto bello sulla carta, compresa la volontà della famiglia che controlla da 37 anni il club di valutare in un secondo momento la bontà dell’operazione. Il punto è che il Watford non è più un club di Premier e quindi non ha più un valore così elevato. Se ne riparterà la prossima stagione nel caso gli inglesi dell’Hertfordshire ritorneranno nella loro serie A? Probabile.
In vista della stagione 2023-’24, dunque, tutto rinviato. Gino Pozzo farà la squadra (è già al lavoro da tempo), Magda Pozzo curerà le strategie marketing, papà Gianpaolo cercherà di divertirsi sognando l’Europa (almeno così ha confessato anche recentemente).
Lo sponsor Dacia? Se ne andrà dopo aver rinnovato per l’ultima volta nel 2020. Il triennale sta scadendo: lascia un vuoto di circa 1,5 milioni nel bilancio annuale dell’Udinese tra marchio sulla maglia e quello dello stadio. Non si tratta comunque di un particolare vincolante, gli americani sarebbero subentrati anche con il contratto Dacia ancora in essere.
Avrebbero portato sicuramente i loro uomini di fiducia, ma la mossa di inserire adesso nell’organigramma un ds come Federico Balzaretti (che è in dirittura d’arrivo un altro ex Vicenza, Francesco Vallone, per lo scouting) non è assolutamente collegata allo sbarco di “890 Fifth Avenue Partners”, anche se conosce benissimo il manager Patricio Teubal, nella squadra del fondo newyorkese e direttore dell’Area amministrativa e gestionale del Palermo di Maurizio Zamparini nel lontano 2012, quando Balzaretti era un suo giocatore. Coincidenze. Inutile fossilizzarsi su quelli di “890 Fifth Avenue”, anche perché dal loro interessamento altri fondi hanno fatto capolino a casa Pozzo.