foto da Quotidiani locali
L’insufficiente numero di insegnanti specializzati nel sostegno nelle scuole mantovane (e non solo) sta ormai assumendo tratti cronici e preoccupanti. Secondo i dati del Ministero dell’istruzione riportati dalla Flc, il sindacato scuola della Cgil, sono ormai tremila gli alunni e gli studenti delle superiori, certificati da Ats per venir affiancati da un docente specializzato. Il dato allarmante è che gli insegnanti con questa qualifica impiegati nelle scuole della nostra provincia sono soltanto 903. Per coprire, seppure parzialmente, la domanda di sostegno sono stati utilizzati altri 600 docenti. Significa che circa 4 docenti impegnati nel sostegno su 10 non hanno seguito la specifica formazione richiesta.
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«Sono sempre di più anche in provincia di Mantova gli alunni con disabilità, mentre il numero degli insegnanti con il titolo specifico non segue il trend di crescita degli alunni» osserva il segretario provinciale della Flc, Pasquale Andreozzi. Non è la prima volta, in questi ultimi anni, che il sindacato evidenzia questo problema e in passato non sono mancate segnalazioni da parte di famiglie e presidi.
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«Sebbene statisticamente ogni docente di sostegno dovrebbe eseguire due alunni con disabilità – dice Andreozzi – in realtà capitano situazioni in cui questi sono anche 3 o 4. In Lombardia sono oltre 50mila gli alunni che necessitano del sostegno, un dato elevato se si pensa che rappresentano quasi il 16% della popolazione scolastica regionale, mentre sono 23785 i docenti dei quali 6742 in deroga».
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Istituiti con un a legge del 1975, gli insegnanti di sostegno non hanno semplicemente il compito di affiancare il bimbo o il ragazzino disabile. Il suo ruolo è di favorire l’inclusione dello scolaro nell’ambito del gruppo classe, con tutte le difficoltà che questa operazione spesso comporta. La buona volontà e la disponibilità sono apprezzabili, ma non bastano: servono strumenti specifici che si apprendono in corsi di formazione universitaria. «Gli insegnanti in deroga – argomenta Andreozzi – non per loro responsabilità, vengono letteralmente scaraventati in un contesto sociale delicatissimo. Le nostre richieste sugli organici, sia docente che ata, puntano anche a migliorare l’inclusione nella scuola di tutti gli alunni».
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