MONFALCONE I reati tributari ipotizzati al termine delle indagini eseguite dalla Guardia di Finanza, in relazione a presunte società esterovestite utili ad “evadere” le imposte dirette, non erano sostenibili a processo.
Per gli indagati Stellio Raida, commercialista, Aldo De Luca, amministratore, entrambi di Gorizia, nonché per l’imprenditore lombardo Giovanni Signori era stato lo stesso pm Laura Collini a richiedere l’archiviazione.
Confermata lo scorso 18 ottobre dal Gip Fabrizia De Vincenzi. I fatti risalgono al periodo tra il 2014 e il 2016, nell’ambito del quale la Gdf aveva eseguito una serie di perquisizioni, tra cui nelle abitazioni degli indagati.
Personaggi noti Raida e i fratelli De Luca in riferimento alla Pallacanestro Gorizia srl, che nell’ambito dell’acquisizione di quote societarie, avevano assunto rispettivamente i ruoli di presidente del Cda, vice (Marino) e socio Aldo successivamente diventato team manager della srl sportiva, controllata dalla società finanziaria Domino.
Ma il procedimento si riconduce a una serie di società, una decina, facenti sostanzialmente capo all’imprenditore Signori, aventi sede legale a Nova Gorica, per le quali, secondo le ipotesi di accusa, la direzione effettiva era a Gorizia. Per la Procura, nel periodo tra il 2008 e il 2013, queste società con “sede solo formale” in Slovenia, avrebbero realizzato operazioni imponibili per un ammontare quantificato in circa 30.600 euro.
Nello specifico, si trattava di import export per la commercializzazione all’ingrosso di carni e selvaggina. Imprese slovene “fantasma”, come ritenuto dalla Procura. Il tutto fino al momento in cui il pm Collini, lo scorso giugno, ha presentato al Gip richiesta di archiviazione. Con ciò osservando come, pur considerando che la complessa attività inquirente svolta nel corso degli anni ha evidenziato condotte “sospette” in ordine all’importazione di carni dall’estero da parte delle società slovene, molte delle valutazioni effettuate dalla Pg si siano basate su ragionamenti presuntivi, senza riscontri obiettivi, concreti e specifici a fini penali. E lo scorso 18 ottobre il Gip De Vincenzi ha emesso il decreto di archiviazione, nel convenire con le conclusioni del pm. Insomma, «ragionamenti presuntivi assolutamente insufficienti a sostenere l’accusa in un giudizio penale».
L’avvocato Luca Ponti, difensore dei tre indagati, nella memoria difensiva ha ricostruito i rapporti professionali tra i fratelli De Luca e Raida. Iniziati a metà degli anni ’90 con le consulenze prestate dal commercialista per una loro società di import ed export. Nell’estate 1998 furono acquisite le quote della Pallacanestro Gorizia, Raida assunse il ruolo di presidente, il vice Marino e Aldo socio nella società controllante Domino, quindi poi team manager.
La Pallacanestro Gorizia, peraltro, finita in difficoltà economiche era stata “salvata” dal fallimento mediante la cessione delle quote alla Scavolini spa, azzerando i debiti. I fratelli nel tempo si divisero e continuarono l’attività commerciale con società indipendenti. Aldo, da parte sua, mise in piedi anche un paio di società in Italia, finite in liquidazione, nell’avvalersi allora dei consigli di Raida, anche se non più suo consulente, e trovando nell’imprenditore lombardo la possibilità di mantenere le relazioni commerciali nel settore carni. Per le società slovene riferite a Signore l’imprenditore si era affidato a esperti diversi.
«Le attività in Slovenia erano effettivamente operative – ha osservato Raida – e lo scopo era prettamente commerciale potendo ottenere le licenze per l’acquisto della merce a contingenti liberi, ossia senza un tetto limite, che in Italia erano esaurite».
Il commercialista ha aggiunto: «Non ho mai prestato attività di consulenza a Signori, ma solo ad Aldo De Luca che, date le sue abilità imprenditoriali, voleva entrare in questa tipologia di mercato».
Archiviazione dunque per tutti. «In tutta questa vicenda – conclude Raida – ho sempre cercato di lavorare in modo costruttivo. In questi anni ho studiato a fondo la fiscalità internazionale». Ha prodotto il libro “L’essenziale della fiscalità internazionale”.
