Graziano Pizzimenti non ha intenzione di cambiare materie di interesse. Il neodeputato della Lega – il più anziano della pattuglia regionale con le sue 61 primavere alle spalle – vorrebbe, infatti, occuparsi anche a Roma di trasporti e infrastrutture.
Esattamente, cioè, come fatto al fianco di Massimiliano Fedriga negli ultimi quattro anni e mezzo in giunta prima di staccare il biglietto per la Camera in quota proporzionale.
Onorevole, come sono andati questi primi giorni di scuola parlamentare?
«Non esiste un’età in cui non si prova emozione e, nella fattispecie, devo dire che è stata molto più alta di quello che immaginavo. Ero già venuto un paio di volte alla Camera come semplice spettatore, ma immergersi nella storia politica del nostro Paese, circondati da un’aura così imponente e dai ricordi di chi ha scritto le leggi più significative dell’Italia, è stato incredibile».
Cosa si attende da questa legislatura e dal suo ruolo in Parlamento?
«Prima di tutto che vengano finalmente approvate riforme attese e promesse da anni. Penso ad esempio a quella costituzionale, con un’impronta fortemente federale, che rappresenterebbe davvero una rivoluzione, positiva, per l’Italia. Da parte mia, poi, mi auguro di entrare in alcune Commissioni nelle quali essere in grado di sfruttare l’esperienza accumulata da assessore regionale».
In questo senso quali questioni lascia aperte, o almeno in sospeso, in giunta?
«In primis la partita della logistica come soggetto, nei fatti unico, da proporre al mercato europeo e mondiale. Mi è spiaciuto, poi, non riuscire a portare a termine la norma sugli appalti anche se l’iter, tra Paritetica e Consiglio dei ministri, è quasi definito. Manca il voto in Aula e non è poco, però siamo a buon punto. Inoltre avrei voluto varare la legge sulla casa».
Dal punto di vista romano, invece, cosa ritiene di poter ottenere per il Friuli Venezia Giulia a livello di infrastrutture e trasporti?
«Ho quasi il dovere di seguire l’iter di applicazione del Pnrr su scala locale: parliamo di risorse considerevoli e di procedure che vanno monitorate e gestite con attenzione. Personalmente, però, ho sempre detto, e continuo a pensarlo anche oggi, di dover essere una sorta di collettore delle esigenze dello Stato e della Regione. Il ministero ha la necessità di trovare un punto di riferimento sul territorio e il Friuli Venezia Giulia qualcuno che tuteli i propri interessi a Roma».
La Lega alle elezioni è letteralmente crollata: secondo lei come si può riuscire a tornare a recuperare i voti perduti?
«C’è un’unica soluzione e cioè stare tra la gente, sul territorio, a contatto con le persone. La Lega quando si muove in questa maniera convince i cittadini a darle fiducia. L’ho provato in campagna elettorale in questi mesi. I pochi o tanti consensi che sono riuscito a intercettare sono figli della mia presenza tra la gente». —
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