SAN DONA’ Quarantott’ore dopo lo schianto in A4 all’altezza dello svincolo di San Donà, il bilancio della strage si fa ancora più pesante e la contabilità del dolore si ferma sul numero sette.
«Abbiamo sperato fino all’ultimo che almeno Romina si salvasse. Ora anche la dolce e bellissima Romina ha raggiunto i suoi ragazzi», le parole commosse della sindaca di Riccione Daniela Angelini.
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Sette erano infatti le persone a bordo del furgone che venerdì all’ora di pranzo era partito da Riccione, direzione Lauco in Carnia, per un evento nel week-end e che attorno alle 15.30 si era schiantato contro un Tir in lento movimento causa rallentamenti. L’unica sopravvissuta nell’immediatezza era stata Romina Bannini, riccionese di 36 anni, educatrice del Centro 21, la onlus che si occupa di persone con la sindrome di Down a cui appartenevano anche le altre vittime, cinque disabili – Francesca Conti, 25 anni, Rossella De Luca (37), Maria Aluigi (34), Valentina Ubaldi (31) e Alfredo Barbieri (52) – e l’ex sindaco di Riccione Massimo Pironi, 63 anni, una delle anime dell’associazione.
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L’ufficialità della notizia che purtroppo si temeva è giunta domenica pomeriggio: alle 15.30 si sono concluse all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove Romina Bannini era ricoverata in Terapia intensiva da venerdì, le procedure per l’accertamento della morte iniziate ore prima. La 36enne era stata portata in ospedale in condizioni disperate.
Nel furgone occupava il posto nell’ultima fila. I soccorritori l’avevano trovata sepolta dai bagagli che in qualche modo l’avevano anche protetta dall’urto devastante. C’era ancora qualche segno vitale: era scattata la corsa contro il tempo. I genitori di Romina, accorsi al suo capezzale, hanno acconsentito alla donazione degli organi. La donna aveva manifestato questa sua volontà e mamma e papà hanno deciso di portarla avanti.
Educatrice e socia fondatrice della cooperativa Cuore 21, Romina Bannini svolgeva il ruolo di coordinatrice dell’area educativa nel centro di Riccione. Nata a Rimini nel 1986, si era laureata all’università Alma Mater Studiorum di Bologna nel corso di laurea per Educatore sociale e culturale con sede a Rimini. Nell’associazione collaborava alla progettazione e realizazione di attività inerenti gli inserimenti lavorativi di persone con disabilità intellettiva e alle diverse attività educative.
«Per volontà delle famiglie organizzeremo un funerale unico per stringerci insieme in questo tremendo dolore», ha spiegato la sindaca di Riccione. Le salme delle prime sei vittime potranno partire dall’obitorio di San Donà verso Riccione già stamani; per quella di Romina potrebbe servire qualche giorno in più per sbrigare le formalità. I feretri saranno scortati da don Alessio Alasia, arrivato a San Donà sabato con la sindaca e i familiari.
Riccione lunedì dedicherà alle sette vittime la seduta del consiglio comunale e mercoledì aprirà le porte del municipio dove sarà allestita la camera ardente dell’ex sindaco Pironi, aperta fino al giorno del funerale di cui non si sa ancora la data e dove sarà celebrato. Tre le ipotesi che sembrano prendere corpo in queste ore. Se il tempo lo permetterà e si decidesse per il rito all’aperto si punterebbe allo stadio comunale o a piazza dell’Unità. Il meteo avverso, invece, potrebbe far propendere per il palasport PlayHall.
Parole di cordoglio arrivano intanto dalla nostra regione. «L’amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia si unisce al cordoglio delle famiglie delle vittime del gravissimo incidente verificatosi venerdì pomeriggio sull’autostrada A4: una tragedia che non ha risparmiato nemmeno l’ultima persona coinvolta, rendendo purtroppo vano l’encomiabile sforzo dei sanitari che hanno fatto l’impossibile per salvarla».
Così si è espresso il presidente della Regione Massimiliano Fedriga. «Con la morte di Romina Bannini – ha detto il suo omologo veneto Luca Zaia –, questa vicenda iniziata tragicamente si compie in tutta la sua drammaticità, spegnendo l’ultima speranza. Una persona che è stata generosa fino all’ultimo, donando gli organi. Ennesima dimostrazione di quanto questa donna avesse chiaro il concetto di servizio e disponibilità verso gli altri e che, fino all’ultimo respiro, lo abbia testimoniato». —
(ha collaborato
Giovanni Cagnassi)
