GORIZIA Per la sua nuova mostra, la Fondazione Coronini Cronberg ha deciso di guardare al Giappone. Ancora una volta, i materiali esposti provengono dalle sue collezioni. L’intento è sempre lo stesso: valorizzare il suo patrimonio e, nel caso di “Nihon Fūzokue”, questo il titolo dell’iniziativa che si inaugura oggi, non c’è nemmeno un prestito esterno.
Il percorso si snoda tra il palazzo e le ex scuderie, e pure questa è una tradizione. È formato da 120 stampe: per quale motivo sono state acquistate da Guglielmo Coronini Cronberg, l’ultimo discendente della nobile famiglia? Resta un mistero, ma Cristina Bragaglia, nel catalogo, traccia una suggestiva ipotesi. Nei depositi della Fondazione è conservata una veduta del monte Fuji degli anni ’50. È dedicata a Carmen Coronini, zia di Guglielmo e rinomata anatomopatologa scomparsa a Vienna nel 1968. I suoi beni sono stati ereditati proprio dal nipote che, dal ’69 al ’77, si è dedicato a comprare un gran numero di stampe del Sol Levante, forse invogliato da quella che Carmen gli aveva lasciato, molto probabilmente assieme ad altre. In tutto, la Fondazione ne possiede oltre 300, ma le curatrici Rossella Menegazzo e Virginia Sica, docenti all’università di Milano, esperte di arte e cultura giapponese, hanno appunto operato una selezione, scegliendone 120, in base alla loro qualità, ma pure ai temi che, nel percorso, emergono: la storia, la vita quotidiana, gli usi e i costumi a dimostrare tanto il successo nazionale e internazionale del filone artistico dello ukiyoe (“immagini del mondo fluttuante”), così come del ruolo centrale che l’editoria, per merito della collaborazione con grandi artisti, ha ricoperto nel processo di alfabetizzazione e di diffusione dei prodotti a stampa anche a scopo di intrattenimento.
I PERIODI
Nello specifico, i lavori contemplano il periodo Edo e l’era Meiji. Il primo va dal 1603 al 1869 e vede al vertice gli esponenti della famiglia Tokugawa che in più di 250 anni di governo praticano una politica di stampo isolazionistico, permettendo tuttavia lo sviluppo di una società complessa e moderna. Edo, tra l’altro era il nome della capitale, ribattezzata Tokyo proprio con la restaurazione Meiji, il 122° imperatore giapponese. Con lui, il Paese vive una fase di intense trasformazioni che lo portano a diventare una grande potenza industrializzata, anche per merito dell’importazione di tecnologie avanzate e dell’affermarsi di istituzioni al passo con i tempi. Ciò, naturalmente, genera pure profondi mutamenti in ambito culturale. Del resto, già nel 1854, con l’apertura dei suoi porti, i legami con l’Occidente erano diventati ben più intensi rispetto che al passato, obbligando il Giappone a un confronto diretto con Stati e nazioni che, in precedenza, risultavano ancora più distanti.
LE SEZIONI
Alle ex scuderie si possono enucleare alcune sezioni. La prima è dedicata alle attrattive che caratterizzavano i centri urbani e, da questo punto di vista, le stampe sono incentrate sul distretto del teatro, dove gli attori kabuki mettevano in scena amori sfortunati e drammatiche vendette. Anche la seconda sezione, peraltro, si concentra sulle attrattive, fornendo sguardi sui quartieri di piacere, come quello di Yoshiwara, nella zona a Nordest di Edo, con le sue cortigiane che attiravano visitatori da tutto il Giappone. Non mancano poi le immagini di paesaggi, che si sono sviluppate all’inizio dell’800 riflettendo il crescente interesse per i pellegrinaggi e i viaggi in genere. Ed è questa la terza sezione, mentre la quarta, attraverso una pluralità di soggetti, dimostra proprio gli scambi e le relazioni internazionali del Giappone in epoca Meiji.
Anche a palazzo Coronini ci sono del resto quattro sezioni, sempre composte da silografie a colori e illustrazioni di volumi a stampa in bianco e nero. Così, la prima riguarda calligrafia e poesia, a palesare la valenza estetica della scrittura, spesso capace di imporsi, per rilevanza, sul testo. La seconda è poi riservata ai ritratti degli eroi e dei grandi guerrieri della storia giapponese. Quindi, la terza è dedicata alla natura, con riproduzioni di uccelli e fiori. L’ultima è certo la più curiosa: rappresenta alcune parodie di soggetti letterari e storici, che possono anche considerarsi quali antenati dei celebri manga.
Più o meno evidente, il tema di fondo resta sempre lo stesso: l’interazione tra il Sol Levante e l’Occidente, i reciproci influssi capaci di influenzare, vicendevolmente, due mondi.
Inoltre, si possono ammirare uno stipetto in lacca rigorosamente giapponese e alcune armi bianche: non ci sono le famose katane, ma, in compenso, si trovano wakizashi (che può definirsi una spada corta) e tantō (il coltello-pugnale).
Poi, ci pensa naturalmente il catalogo edito dalla Leg e curato da Bragaglia, Menegazzo, Sica e Cristian Pallone a raccogliere e commentare tutti i materiali esposti.
GLI ORARI
“Nihon Fūzokue. Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji. La collezione Coronini Cronberg di Gorizia” resterà aperta fino al 26 marzo 2023 dai mercoledì alle domeniche dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Oggi l’inaugurazione è su invito. Da domani il fascino del Giappone e le sue secolari suggestioni potranno essere apprezzati dai visitatori.