Per lei è la rivincita, per lui il bis. Michela Moioli nostra signora e portabandiera alle Olimpiadi di Pechino 2022, si riprende il podio, con una medaglia di argento vivo, trascinata dal compagno Omar Visintin che la via per l’Olimpo dello snowboard cross l’aveva già imbroccata alcuni giorni fa, quando si era preso il bronzo nella gara individuale. La loro è la storia di una coppia di fatto sulla tavola che ha regalato all’Italia la medaglia numero undici e una premiere: questo format di gara era al debutto a Cinque Cerchi e gli azzurri non volevano mancare all’appuntamento. Come poter disertare un’occasione così ghiotta e una tavola (da surf) così riccamente imbandita?

Michela e Omar, una coppia di fatto che regala medaglie

Michela Moioli porta ancora sul volto i segni della caduta nella semifinale dove avrebbe voluto difendere l’oro olimpico vinto quattro anni fa a PyeongChang. Omar Visintin sa che cosa significhi sbattere la faccia contro il destino e farsi pure male: la loro è una storia al contrario. Michela che vince nel pieno della carriera. Lui che, invece, per due volte quei Cinque cerchi li aveva disegnati storti sulla neve. A Sochi 2014 era arrivato da predestinato, leader di coppa del Mondo e forte di 6 vittorie e 11 podi. La sua gara è finita sulla sedia a rotelle con una frattura alla gamba. Quattro anni dopo ci riprova, ma la sua Olimpiade dura un soffio: un collega gli cade davanti e lui, costretto a frenare, non passa nemmeno le qualifiche. Riprende un aereo per l’Italia e lo snowboard per lui diventa un poco croce, anzi «cross» e delizia. «Se non avessi vinto una medaglia qui a Pechino, avrei smesso», ha dichiarato a caldo l’altoatesino che, a 32 anni e due medaglie al collo, giura di voler guardare anche oltre Milano Cortina 2026. Dopo la seconda medaglia stringeva forte la sua Michela, compagna di allenamenti e soste nelle migliori ortopedie del pianeta. L’ultima per Omar è davvero recentissima: anche lui, come Sofia Goggia, è autore di un recupero da record: a dicembre, dopo aver vinto una gara proprio in Cina, si era lussato la spalla e il tendine. Nessuna paura: «Ho deciso di operarmi per accorciare i tempi». La sua filosofia è chiara: se mi rompo, qualcuno mi aggiusterà. Al traguardo, dopo aver raggiunto questa medaglia in condominio Visintin ha spiegato: «Non so se guardandoci qualcuno si appassionerà al nostro sport: se è così ne siamo contenti, ma noi non lo facciamo per diventare famosi».

Parole di vero sportivo che nella vita ha sempre un piano B. Moioli è bergamasca di Alzano Lombardo, lui invece è altoatesino purosangue. Vive a Lagundo, dove si spilla una delle birre più famose d’Italie, la Forst. La sua indole lo porta ad essere onnivoro negli sport: mountain bike, arrampicata e un passato nello sci alpino. Al liceo ha studiato in una classe di ferro, compagno di banco di Dominik Paris, uno dei nostri uomini jet. «Lo sci alpino? Bello, ma io voglio più adrenalina», spiega Visintin, soldato vero di questo corpo a corpo sulla neve dove gli atleti scendono sul surf dandosi amichevolmente sane sportellate. Nella sua vita però c’è spazio anche per una parte più contemplativa: lo yoga e poi gli studi e le letture, ma soprattutto le passeggiate con il cane Baku, chiamato così dopo una vittoriosa tappa di coppa del Mondo in Azerbaijan.

La notte delle small nations

La sua storia di riscatto è da vero gigante e fra poche ore scenderanno in pista proprio i giganti dello sci alpino. L’Italia punta tutte le su carte sul trentino Luca De Aliprandini, vicecampione mondiale della specialità a Cortina 2021, ma un po’ acciaccato dopo aver rimediato un infortunio alla caviglia ad inizio gennaio. Il gigante, però, è la gara delle gare: in fondo è la specialità che somiglia più di tutte a quella del “normale” sci di pista che ci concediamo anche noi mortali. Ed è per questo che, ad ogni Olimpiade, è la gara che ospita, più delle altre, una selezione di concorrenti dalle cosiddette small nations con i tanti aspiranti a quel quarto d’ora di notorietà. Insomma l’importante è partecipare e così al via nella notte italiana del 13 febbraio (dirette tv e web 3.15 e 6.45) ci sarà anche un altro italiano da tenere d’occhio: si chiama Richardson Viano, parla con accento piemontese ma difenderà i colori di Haiti, che debutta così ai Giochi olimpici invernali. Viano correrà in gigante ed anche in slalom il 19 febbraio nel ricordo del suo Paese di provenienza che ha lasciato, dopo aver vissuto in un orfanotrofio di Port Au Prince fino a 3 anni. Ora ne ha 19 e i suoi primi tifosi sono i genitori Andrea che fa la guida alpina e Silvia che lo mise subito sugli sci sulle nevi di Briancon, oltre alle sorelle Bellendine e Natacha arrivate 9 anni fa da Haiti come lui. E chissà che a breve la squadra caraibica non si allarghi. In bocca al lupo Richi!

LEGGI ANCHE:

Dorothea Wierer e Davide Ghiotto, un tranquillo giorno da record

Gus Kenworthy, lo sciatore statunitense che ha deciso di rappresentare la Gran Bretagna per un ultimo assalto all'oro

Eileen Hu, la giovane freeskyer che salta sulla neve come nessuna donna ha mai fatto prima

La coppia di fatto del curling ci fa sognare

Nathan Chen, il pattinatore artistico su ghiaccio più spettacolare del momento

Gigante Federica Brignone

Gli uomini jet a Pechino