Assolto l’unico imputato, la rabbia della sorella: «Per me da oggi lo Stato non esiste più»
FIRENZE. Non c'è un colpevole per la morte di Sara Scimmi, la ragazza di appena 19 anni che fu trovata senza vita lungo la linea di mezzeria della statale 429, a Castelfiorentino, alle 3 del mattino del 9 settembre 2017, poco dopo essere uscita da una discoteca della zona.
L'unico imputato, il camionista pisano Milko Morelli, di 50 anni, è stato assolto poco più di 3 anni dopo, martedì 20 ottobre 2020, con formula piena, «per non aver commesso il fatto», dall'accusa di omicidio stradale colposo con l'aggravante della fuga. Durissima la reazione della sorella della vittima, Giulia Scimmi, che in segno di protesta ha pubblicato su Facebook la foto del cadavere di Sara: «Lo Stato italiano – ha scritto nel post – per me oggi non esiste più».
Per Milko Morelli il pm titolare dell'inchiesta, Alessandra Falcone, aveva chiesto una pena a 5 anni di reclusione. Secondo le indagini dei carabinieri, il camionista guidava oltre il limite di velocità e si sarebbe accorto troppo tardi, a una distanza di circa 30 metri, della ragazza. Dopo un tentativo di frenata di circa quattro secondi, l'avrebbe travolta e poi avrebbe proseguito la corsa senza fermarsi. I militari risalirono a lui grazie alle immagini riprese dalle telecamere della zona, che permisero di individuare i veicoli transitati lungo la strada nell'orario dell'investimento. I rilievi del Ris sugli pneumatici del camion hanno chiuso il cerchio, confermando l'investimento.
In attesa delle motivazioni della sentenza, una delle ipotesi formulate dagli avvocati è che il tribunale abbia giudicato l'incidente stradale imprevedibile, e per questo abbia sollevato il camionista dalle accuse, ritenendo che non avrebbe potuto evitare la giovane, che prima di essere investita, dicono sempre le indagini, era già stesa lungo la carreggiata.
Ma queste sono solo ipotesi, che potranno essere confermate solo dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza. Interrogato durante il processo Morelli, assistito dall'avvocato Elisabetta Maccanti, si è difeso dicendo di non essersi accorto di nulla: «Anche un passerotto se lo investo lo sento – ha detto incalzato dalle domande del pm – ma io quella notte non ho sentito nulla». In compenso ha riferito di aver visto una luce, come di un cellulare, sul lato destro della strada poco prima di giungere sul luogo dell'investimento, come ad indicare la presenza di un'altra persona al momento dell'incidente.
Adesso, in attesa delle motivazioni della sentenza, resta la rabbia dei familiari della giovane: «Possiamo estinguerci come esseri viventi - ha scritto la sorella su Facebook – sentire una sentenza del genere fa accapponare la pelle. Oggi l'unico indagato è stato assolto, Sara quella notte si è uccisa da sola».
Sulla vicenda della morte di Sara Scimmi era stato aperto anche un fascicolo per omicidio volontario per fare luce sulla possibilità ulteriore che qualcuno avesse potuto portare la giovane sul luogo dell'investimento, magari dopo averla aggredita, allo scopo di ucciderla. Ma su questo la stessa procura di Firenze nel gennaio del 2019 ha chiesto e ottenuto dal gip l'archiviazione ,ritenendo che nessuno degli accertamenti svolti avesse dato sostegno a questa ipotesi.