Marina Abramović torna sul palcoscenico, e lo fa per vestire i panni di Maria Callas. O meglio, di Tosca, Lucia, Cho Cho-san, Violetta, Carmen, Norma e Desdemona, le grandi eroine tragiche della lirica di cui il grande soprano ha saputo dare indimenticabili interpretazioni nel corso della sua luminosa carriera. Quella passione e quella devozione all'arte rivivono oggi in «7 Deaths of Maria Callas», la performance di Marina Abramović in scena alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera fino al 6 settembre.

Un progetto che rende omaggio alla diva della lirica nella sua doppia veste di artista e di donna, andando a intrecciare il suo vissuto personale con alcune delle scene più conosciute del suo repertorio professionale. «Per 25 anni ho voluto realizzare un'opera dedicata a Maria Callas -, ha scritto la stessa Abramović. - Ho letto tutte le sue biografie, ascoltato la sua voce straordinaria e guardato i video delle sue performance. Proprio come me era del Sagittario. Sono sempre stata affascinata dalla sua personalità, dalla sua vita e sì, anche dalla sua morte. Proprio come molti dei personaggi che ha interpretato sul palcoscenico, è morta per amore. È morta con il cuore spezzato».

Realizzato in collaborazione con il compositore Marko Nikodijević, e con i costumi firmati da Riccardo Tisci, «7 Deaths of Maria Callas» vede anche la partecipazione dell'attore Willem Dafoe, nei panni dell’assassino: «Voglio ridare vita alle scene di morte di sette opere, sette morti che Maria Callas ha vissuto prima di me -, ha sottolineato Marina Abramović, spiegando che in molte di quelle scene la protagonista non muore da sola, ma viene uccisa da un uomo. - Per la Callas l'assassino che la uccideva sul palco dell'opera era sempre e comunque Aristoteles Onassis». Gli spettatori di tutto il mondo potranno assistere alla performance il 5 settembre - alle 18.30 -attraverso uno speciale live stream, e rivederla successivamente attraverso il servizio di video on-demand attivato dalla Bayerische Staatsoper. Il progetto proseguirà poi nei prossimi mesi approdando a Berlino, Atene, Firenze e Parigi.

LEGGI ANCHE:

Arteparco, la nuova installazione: quando la natura nasce tra le dita dell'arte

«Il David di Michelangelo è il simbolo dell'uomo occidentale». Parola di Massimiliano Gioni 

Obey, lo street artist del ritratto di Obama va in mostra a Genova