Oggi l'addio allo storico imprenditore del legno, scomparso all'età di 92 anni dopo una breve malattia.
VOLTA MANTOVANA. La chiesa del comune morenico è gremita, anche se le disposizioni legate all'emergenza sanitaria limitano i posti a sedere. Volta Mantovana si è stretta attorno alla famiglia di Enzo Reni, storico imprenditore del legno che è scomparso all'età di 92 anni dopo una breve malattia.
Uomo di cultura, industriale puro, innamorato del suo paese, Reni poco prima di chiudere gli occhi aveva confessato alla famiglia di avere ancora progetti. Era la sua indole, come lo erano l'attività e gli stimoli culturali e sociali, lui che aveva studiato con Giovanni Sartori, politologo e sociologo di cui era lettore e sostenitore. A questa passione si aggiungeva quella per la lettura, la cultura in senso ampio e la filosofia. Reni, infatti, non aveva mai fatto mancare il suo appoggio alle iniziative culturali del paese e della città di Mantova.
Una presenza importante per l'Alto Mantovano, ma non solo dato che Reni era uno dei grandi uomini che hanno fatto la storia dell'industrializzazione della provincia al pari di Steno Marcegaglia, Mauro Saviola ed Edi Bondioli, quest'ultimo spentosi pochi giorni fa.
All'arrivo della macchina bianca che porta la bara di Reni c'è tutta Volta Mantovana, con i suoi cittadini, alcuni ex operai e gli amministratori, fra i quali il sindaco Luciano Bertaiola e i suoi assessori, gli amministratori del recente passato (Basso, Paini, Federici Canova) e il mondo della finanza e dell'economia dell'Alto Mantovano e di Mantova (presente anche una delegazione di Confindustria). L'ingresso è scandito da una rilettura di un grande classico di Ennio Morricone. Il parroco di Volta Mantovana decide di leggere il Vangelo di Giovanni, fra i quattro senza dubbio quello più di natura filosofica, quasi ad omaggiare la passione per il pensiero e la riflessione che ha sempre caratterizzato la vita di Reni.
In prima fila la famiglia, accanto al feretro di un uomo che ha saputo conciliare lavoro, passione civile e cultura. Nell'omelia il parroco ricorda Reni commentando le parole di Giovanni dedicato al seme che cade e, morendo, dà buon frutto. "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà".
Questo brano è l'occasione per ricordare quanto fatto da Reni nella sua vita. «Il suo percorso ora è completo - ricorda il parroco - e noi non dobbiamo essere tristi perché questo passaggio di riconduce al Padre felici di quanto abbiamo saputo dare nel corso della nostra vita». L'ultimo gesto di generosità di Enzo Reni, prima di essere tumulato nella cappella di famiglia, è quello di aver donato le cornee.
Anche Matteo Colaninno ha voluto ricordarlo: «Ha dedicato la vita alla sua famiglia e alla sua azienda. Ho potuto osservare il suo cammino di valori, di progetti e di fede. Lo ricordo come uomo forte e sensibile. Abbiamo avuto tante bellissime occasioni di confronto: l’impresa, Confindustria, l’Ucid, la politica. Mi mancheranno le sue telefonate, le sue domande, i suoi consigli il suo affetto».