«Sindaco, lei punta il dito contro le famiglie. Ma è colpa della droga, del baratro in cui sono caduti e della gente che si approfitta di loro». Raffaella è la mamma di una ragazzina di 17 anni e giovedì sera ha inveito contro Mario Conte, arrivato sul luogo dell’aggressione al 22enne di Santa Bona.
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È una donna disperata: la sua bambina, minorenne, era presente alla rissa sotto l’effetto della droga, ketamina per l’esattezza.
«Mia figlia è seguita dagli assistenti sociali, sta attraversando un brutto periodo e noi non sappiamo più cosa fare», dice la donna, di mezza età e dal viso pulito, in apprensione come tutti i genitori verso le proprie creature. La donna è arrivata di corsa in via Castelmenardo: «Qualcuno ha visto mia figlia? È una ragazzina, mi hanno detto che è qui nei paraggi».
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Corre tra i vicoli del centro, chiede ai passanti se l’hanno vista e finalmente la trova. La ragazzina la vede, la riconosce e comincia a urlare contro di lei, poi alza le mani contro la donna, cerca di picchiarla perché lei a casa non ci vuole andare, continua a ripetere che hanno accoltellato un suo amico e che un altro amico l’aspetta da qualche parte. «A casa c’è papà», cerca di convincerla la mamma. Invano.