Dallo scorso settembre, sono stati registrati 19 episodi di violenza contro il personale scolastico, a fronte di un anno scolastico 2024-2025 che non ha ancora raggiunto la metà del suo corso. Nello scorso anno, invece, si sono verificati 68 episodi di aggressione, rispetto ai 36 del 2022-2023. La maggior parte degli attacchi proviene da studenti e genitori. I dati sono stati presentati oggi a Roma dal Ministero dell’Istruzione e del Merito in vista della “Giornata di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico” del 15 dicembre .
Dei 19 episodi registrati nel 2024-2025, 13 si sono verificati nelle scuole superiori, 6 nelle scuole elementari. In 13 casi sono stati coinvolti insegnanti, in 4 dirigenti scolastici, in 4 personale Ata, e in 1 episodio sono stati coinvolti personale Ds, Ata e docenti. Gli aggressori sono stati familiari in 8 occasioni, studenti in 9, mentre in 2 casi l’autore dell’aggressione è rimasto sconosciuto. Nell’anno scolastico 2023-2024, quando si è registrato un picco con 68 episodi, 32 violenze si sono verificate nelle scuole superiori, 31 nelle scuole primarie, 2 in centri di formazione professionale, e 3 nelle scuole dell’infanzia. In 57 casi sono stati coinvolti i docenti, 11 i dirigenti, e 7 il personale Ata. Gli aggressori sono stati per lo più familiari (33 volte) e studenti (31), ma in 4 casi si è trattato di estranei e in un episodio l’autore non è stato identificato.
Il ministro Giuseppe Valditara ha rivendicato l’importanza dell’iniziativa: “Per la prima volta viene ufficialmente riconosciuto il rispetto verso tutto il personale scolastico”, ha detto. “È fondamentale che queste misure vengano condivise da tutti, per restituire dignità e autorevolezza agli educatori”. Ha poi insistito sul fatto che le misure contro la violenza scolastica sono supportate dalla popolazione, comprese le sanzioni pecuniarie, che vanno da 500 a 10.000 euro per chi aggredisce, considerate giuste e adeguate come emerge da un sondaggio commissionato all’istituto Swg. Inoltre, il ministro ha ricordato che per la prima volta il tema della violenza contro gli educatori ha ricevuto un riconoscimento formale e istituzionale. In un contesto sociale sempre più difficile, Valditara ha ribadito l’importanza di educare al rispetto: “Insegnare oggi non è facile. La scuola deve tornare a essere il luogo in cui si riscoprono valori fondamentali, come il rispetto per gli altri e per chi lavora con i nostri figli. È essenziale restituire autorevolezza agli insegnanti”. Infine, in risposta alla diverse polemiche sulle sanzioni, ha affermato che “non devono essere viste come punitive, ma come uno strumento educativo” per aiutare gli studenti a comprendere l’errore. Ha anche trattato il tema della responsabilità individuale, ricordando episodi di vandalismo scolastico, come quelli avvenuti al liceo Virgilio di Roma e al Gullace, recentemente danneggiato per 2 milioni di euro. “Chi rompe paga”, ha dichiarato.
Nel mentre un gruppo di studenti dell’organizzazione ‘Cambiare Rotta” ha contestato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con dei cartelloni e fotografie giganti che ritraevano Valditara vestito da sceriffo e la Bernini attaccata su un somaro di carta davanti ad Atreju. Gli studenti hanno dichiarato : “Il ministro pensa solo ad attaccare gli studenti. Le denunce e le sospensioni che stanno arrivando sono gravissime: senza conflitto non c’è democrazia, nessuno resterà solo. Il proposito rocambolesco dello sceriffo è quello di attaccare politicamente il diritto al dissenso e provare a creare una spaccatura tra lavoratori della scuola e studenti. Noi non ci caschiamo, studenti e lavoratori sono uniti per formare un mondo diverso“.
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