Un tempo, si diceva – con una certa preoccupazione – che in Italia c’erano più scrittori che lettori. L’attrazione dell’attività di scrittura di un libro (un saggio, un romanzo, un graphic novel) era tale da far cimentare in questa impresa gran parte della popolazione, anche quella che non aveva un sufficiente bagaglio culturale di letture. Insomma: se ci è riuscito Antonio Scurati, perché non ci può riuscire anche il cittadino X di Castelluccio di Norcia? Ecco, più o meno la stessa cosa – ma in proporzioni maggiori – sta avvenendo con i content creator. Adesso, non è più il libro a esercitare attrazione, ma il profilo social curato, l’ambizione di produrre contenuti audiovisivi potenzialmente virali, il narcisismo del like e del commento su Instagram. Secondo il report I-COM, commissionato da AICDC, l’associazione italiana dei content creator digitali, in Italia ci sono 82 content creator ogni 100mila abitanti: siamo il terzo Paese in Europa, dietro alla Spagna (106 ogni 100mila) e Regno Unito (93 ogni 100mila). Una vera e propria categoria di lavoratori: tra persone impegnate in maniera diretta (18mila) e persone impegnate in maniera indiretta (33mila), nella creator economy lavorano oltre 50mila persone in Italia.
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La soglia individuata per definire la categoria di influencer presa in esame dal report I-COM è quella dei 10mila followers. Sembra un bacino molto più ampio rispetto a quello definito dall’AGCOM: l’agenzia garante delle comunicazioni, infatti, ritiene influencer chi ha un bacino di almeno 1 milione di follower, sommati sui vari social, chi ha pubblicato almeno 24 contenuti nell’anno precedente, chi ha un engagement rate di almeno il 2%. Chiaramente, quella di AGCOM definisce una fascia molto più ampia. L’impatto, invece, monitorato dal report I-COM muove le sue premesse da una esigenza di tipo economico: è da 10mila followers in su che si generano ricavi, dunque è quella la platea di “professionisti” da analizzare.
In un contesto in cui i ricavi pubblicitari provenienti dal mondo digitale risultano in crescita, c’è chi – anche in Italia – si sta facendo delle domande. Vedremo, negli altri articoli del nostro monografico di oggi, a quanto ammonta il denaro in circolazione nell’ecosistema degli influencer e dei content creator e cercheremo di capire come si sta muovendo l’INPS a livello previdenziale per questa nuova professione. Fatto sta che stiamo parlando di un mercato che, a livello globale, ha mosso 560 miliardi di dollari solo nel 2024 e che potrebbero arrivare a oltre 700 miliardi entro i prossimi due anni. E nonostante sia Facebook la piattaforma maggiormente utilizzata in Italia, è Instagram – come vedremo – a generare i ricavi maggiori.
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