Dopo il caso di Lucca, sono in corso a Cosenza verifiche anche su una donna che presentava una sintomatologia simile a quella descritta per la malattia diffusa in una zona remota del Congo e ancora non diagnosticata. La donna – che lavora nel Paese africano – era rientrata in Italia il 29 novembre scorso ed è subito è andata in ospedale accusando febbre e altri malesseri. Immediatamente ricoverata, da quanto si apprende, è stata dimessa già il giorno successivo e sta bene.
Visti i sintomi e le poche informazioni ancora disponibili sulla malattia misteriosa che sta colpendo il Congo, l’ospedale – d’intesa con l’Azienda sanitaria provinciale – ha disposto l’invio degli esami effettuati all’Istituto superiore della sanità a Roma per fare accertamenti più approfonditi. Secondo le prime informazioni la donna, come l’uomo di Lucca, lavora in Congo a centinaia di chilometri di distanza dal distretto di Panzi, nella provincia occidentale di Kwango, dove si sono registrati già 416 casi e 31 decessi.
Nel caso del di Lucca l’uomo è stato ricoverato dal 23 novembre al 3 dicembre, poi guarito e dimesso. “Che si tratti di un primo caso della nuova malattia correlata a quella che si presume possa esserci in Congo, è altamente improbabile anche perché il soggetto ha soggiornato in zone molto distanti dalla sede dove si sono verificati i focolai. Cercherei quindi di stare tranquilli“, ha commentato martedì Spartaco Sani, responsabile dell’area Malattie infettive dell’Asl Toscana nord ovest. Alcuni campioni di siero prelevati dal paziente nella fase acuta e dopo la guarigione sono stati inviati all’Iss per le analisi.
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