Il mondo dell’arte piange la prematura scomparsa di Emanuela Biancuzzi, talento affermato e visionario, con una spiccata propensione per le avanguardie: originaria di Cividale – città che aveva lasciato molto tempo fa, per trasferirsi prima a Vercelli, dove ha insegnato, e poi a Lauzacco di Pavia di Udine, sua ultima sede di residenza –, se ne è andata ad appena 54 anni, vinta da una malattia.
Ampia e preziosa la sua eredità, sotto vari profili: a lei si deve per esempio l’acquisizione da parte del Mart di Rovereto dell’archivio dell’artista e fotografo Piermario Ciani, che fu suo compagno.
Formatasi all’istituto d’arte Sello di Udine, quindi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Biancuzzi – artista visiva – si è occupata di arte relazionale, progetti didattici legati all’arte contemporanea, didattica dell’arte, eventi culturali, grafica e illustrazione editoriale. La sua produzione, una combinazione di inchiostri, acrilici, collage e tecniche miste, è consistita soprattutto in illustrazioni e immagini per l’editoria, per album illustrati, copertine di dischi, quotidiani, periodici, sigle animate, scenografie, fumetti underground.
«Aveva pure inventato – testimonia la critica e curatrice d’arte Francesca Agostinelli, che la conosceva bene – un mondo animalista di fantasia, Wolphy’s Wonderful World, dimensione immaginifica nata nell’ambito di un progetto ideato insieme a Ciani e Vittore Baroni».
Il riferimento è a FUN-Funtastic United Nations, idea risalente al 2001 e finalizzata a creare un ponte tra le più varie entità creative, per stimolare la cooperazione tra mondi e paesi immaginari: non a caso Biancuzzi era strettamente legata, fra l’altro, alla Stazione di Topolò, che è stato uno dei pilastri del “settore”.
«Era stata selezionata – ricorda ancora Agostinelli – per il progetto d’arte contemporanea Together, per Go!2025. Avremmo dovuto presentare il suo ultimo libro illustrato a Casa Cavazzini: purtroppo l’aggravarsi delle condizioni di salute di Emanuela (che in passato, per ricordare un suo ulteriore successo, era anche arrivata seconda al concorso “Maninfesto” di Villa Manin) non lo ha permesso».
A partire al 1994 Biancuzzi ha partecipato a più di cento mostre: i suoi lavori sono stati esposti in Francia, Spagna, Grecia, Croazia, Austria, Slovenia, Serbia e in numerose città italiane; ha pubblicato per AAA-Edizioni, Stripburger, Kite Edizioni, Le Forbici di Manitù, VivaComix, Coconino Press, Penguin Random H. Barcellona, Editions Passpartout.