La Wada ci ha ripensato e passa dalle parole ai fatti. Il tema della necessità di aggiornare le norme alla realtà di laboratori e protocolli sempre più precisi e sofisticati era stata sollevata nelle scorse settimane, forse anche sull'onda del rumore del caso Sinner. Il numero uno del tennis mondiale, trovato positivo per una frazione infinitesimale di Clostebol nel marzo scorso e scagionato completamente dal tribunale indipendente dell'ITIA, vive ancora sotto la spada di Damocle di una possibile squalifica di 1-2 anni. Tanto ha chiesto la Wada presentando il ricorso al Tas di Losanna, un documento che non sarà discusso prima del febbraio 2025.
Nel cuore dell'autunno Oliver Niggli, direttore generale dell'agenzia mondiale antidoping, aveva dichiarato in un'intervista: "Esiste un problema di contaminazione. Questo non significa che ci siano più casi del genere rispetto al passato, il fatto è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza. Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue. La verità è che sentiamo un sacco di storie e capisco l’opinione pubblica che può arrivare a pensare che assumiamo di tutto”.
Parole chiare che ora si tramuteranno in una modifica sostanziale dei regolamenti, andando verso una maggiore flessibilità in caso di uso volontario. Non subito, però. A partire dal 2027. Il che pone un enorme problema di conflitto di coerenza rispetto ai casi che vengono trattati nel frattempo, partendo da quello di Jannik Sinner - dichiaratamente innocente - per arrivare anche all'attuale numero 2 del tennis femminile Iga Swiatek, fermata per un mese per una questione di contaminazione involontaria senza riflessi sul suo rendimento sportivo.
E dunque? Logica vorrebbe che la Wada ritirasse l'appello proposto al Tas di Losanna e applicasse la norma del buon senso in questa fase transitoria tra vecchio e nuovo regolamento. Se può essere vero che serve tempo per stendere le nuove tabelle e liste, è altrettanto incredibile che si voglia comunque procedere contro Sinner. Insopportabile, sia l'eventualità di una squalifica che la stessa pressione cui è sottoposto l'azzurro ormai da mesi.
Nello specifico, la riforma della Wada si basa su due punti cardine. Prima di tutto la nascita di una nuova definizione di “fonte contaminata” che supera quella di “prodotti contaminati”. Non si tratta solo di una riscrittura, visto che il termine introdotto “è più ampio e comprende fonti di contaminazione come cibo o bevande, contaminazione ambientale o esposizione attraverso il contatto con una terza persona o un oggetto toccato da una terza persona”. In secondo luogo verrà ufficializzato un elenco delle quantità minime di sostanze vietate che, in caso di riscontro a un controllo, non farebbero scattare il procedimento contro l'atleta.
Entrambe sono situazione che riguardano direttamente Jannik Sinner e il suo caso. Entrambe testimoniano come la Wada sia consapevole della correttezza delle argomentazioni portate dal tennista altoatesino e dal suo staff davanti ai giudici dell'ITIA. Non ha senso, insomma, andare avanti fino al Tas di Losanna. Ne prenderanno coscienza i vertici della Wada?