Spiaggia devastata e ricoperta di rifiuti e detriti. L’ondata di maltempo eccezionale di domenica, con raffiche di bora fino a 60 chilometri orari, ha dato l’ennesimo colpo di grazia al litorale a sud di Chioggia spingendo le onde oltre le barriere di prenotazione e portandosi via tutto ciò che hanno trovato nel cammino.
Al ritiro delle acque un enorme scalino e una distesa infinita di tronchi e rametti scaricati dai fiumi.
Lo scenario desolante ha riacceso la polemica sulla necessità di opere strutturali che contrastino le mareggiate prima che si abbattano sulla costa e anche sulla mancanza di un servizio di pulizia della spiaggia nei mesi invernali. Riflessioni rese più pesanti dall’arrivo in questi giorni delle bollette di conguaglio della Tari con cifre che gli operatori balneari definiscono insostenibili.
Ancora una volta a avere la peggio il tratto della cella 6 di Isola Verde dove mancano interventi strutturali. Le dighette realizzate alle celle 4 e 5 hanno dimostrato di funzionare nel contrasto alla marea e gli operatori chiedono che vengano replicate anche nei tratti ancora esposti. Il vento di bora di domenica ha rinforzato la marea spingendo le onde ben oltre i limiti della battigia e invadendo gli stabilimenti.
«L’anno si chiude con l’ennesimo disastro per Isola Verde», spiega Giorgio Bellemo, presidente dei balneari di Ascot, «è stata tutta una stagione molto strana: è mancato l’inizio stagione, poi abbiamo avuto due mesi di caldo eccessivo e ora finiamo con mareggiate devastanti. Un altro tratto di spiaggia è sparita e la battigia si presenta come una distesa di materiale spiaggiato che riapre l’interrogativo sulla pulizia in inverno.
Aggiungiamoci il regalino del conguaglio Tari e delle ingiunzioni di pagamento del Canone unico e il quadro è completo. Torniamo a chiedere un tavolo urgente di confronto tra amministrazione e categorie. Ora che la spiaggia è ridotta così, ci chiediamo anche dove siano quelli dei comitati “Mare libero”».
Gli interventi definitivi finora realizzati a Isola Verde ammontano a oltre tre milioni di euro, per continuare nelle celle mancanti serviranno risorse ancora piuttosto ingenti.
«Le progettazioni già esistono e speriamo si concretizzino presto», spiega l'assessore al Demanio, Serena De Perini, «di certo servirebbe un intervento in cella 6, che oggi vive la maggior erosione e poi a cascata anche nelle celle 7- 3, 1-2».