Bonus esauriti. Almeno così racconta la classifica dopo 14 turni. L’Udinese si ritrova a metà del guado. A 9 punti punti di vantaggio sull’ultimo posto, occupato dal Venezia ed è ad altrettante lunghezze da un piazzamento europeo, dal sogno di un ritorno nelle coppe sdoganato l’altra sera, durante la tradizionale cena di Natale, anche da un dirigente pragmatico come Gino Pozzo: «È un dovere sognare l’Europa», ha spiegato non senza aggiungere che si tratta di un obiettivo ambizioso e complicato, ma pure necessario. «Non possiamo accontentarci della salvezza».
A priori. Questa la seconda parte dell’avviso ai naviganti. Ai giocatori e anche allo stesso tecnico tedesco che, tuttavia, già al momento della firma, la scorsa estate ha condiviso il progetto riassunto dall’architetto dell’Udinese. La corsa verso i 40 punti deve essere rapida, senza troppi inciampi, di modo che la permanenza nella massima serie non sia sofferta come nella scorsa stagione e che le aspirazioni possano crescere nel corso della volata finale attraverso le prestazioni. Un po’ il manifesto programmatico dell’Udinese dei grandi cicli. Con Alberto Zaccheroni in panchina. Con Luciano Spalletti. Con Francesco Guidolin. Nomi di un passato ormai lontano – siamo a più di dieci anni dall’ultima qualificazione alle coppe – che la proprietà bianconera vorrebbe riverdire con Runjaic al timone.
L’avvio di campionato, osservandolo attraverso questo “pertugio”, era stato incoraggiante, anche perché alimentato alla linfa vitale dell’autorevolezza. Quella di Gianluca Nani, nominato supervisore dell’area tecnica per cucire le esigenze friulane con quelle del Watford. Quella del ritorno di Gokhan Inler nelle vesti di dt “resident”. Quella che trasudava dall’accordo con Alexis Sanchez, pronto a imbarcarsi sul vascello bianconero per il finale di una carriera andata in rampa di lancio proprio qui.
Ecco, l’assenza del cileno nelle vesti di “talismano” ha inciso non poco sui piani di Runjaic, al pari dei passaggi a vuoto di in determinate partite. A livello caratteriale. Perché la gara di Roma con i giallorossi, quella contro la Juventus in casa, ma anche la seconda frazione di Venezia e la prima di Empoli non sono da squadra con ambizioni europee. Al di là della varietà dei moduli – comunque importante – è questa la missione di mister Kosta, nei panni dell’agente 007 caro a Ian Fleming. Bisogna ridurre al minimo i passaggi a vuoto per invertire quella che lo stesso Gino Pozzo ha definito «una tendenza negativa, anche se siamo ancora noni in classifica». Già, la classifica: cercare di rientrare sulle prime otto può sembrare una chimera, ma i sogni sono un carburante straordinario. Anche nel calcio. —
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