Una notizia che forse è passata un po’ in sordina, soprattutto in Italia, tra le celebrazioni per il ritiro di Rafael Nadal e i successi azzurri in Coppa Davis e in Billie Jean King Cup, è stata quella relativa all’annuncio della partnership tra Novak Djokovic ad Andy Murray. Si tratta di una novità così inaspettata che, se fosse giunta in un periodo più ‘scarico’, magari proprio durante l’off-season, avrebbe avuto un clamore mediatico decisamente maggiore. Se fosse arrivata, invece, il 1° aprile tutti avrebbero pensato a uno scherzo. La collaborazione tra due ex numeri uno, entrambi appartenenti alla stessa epoca e per anni rivali (sempre nel segno del grande rispetto reciproco comunque) è infatti qualcosa di molto raro nella storia di qualsiasi sport, specie nel tennis. E la domanda che in molti si fanno, a questo proposito, è se possa davvero funzionare o meno questo tandem in vista della prossima stagione che per il serbo – chissà – potrebbe anche essere l’ultima, quella del ballo finale.
Senza dubbio la decisione da parte di Nole di affidarsi ad una personalità così importante nel 2025 ha un significato ben preciso e difficilmente rinnegabile. Il campione serbo, come fa notare anche il giornalista Ben Rothenberg sul proprio sito “Bounces”, attraverso questa scelta ha mandato un chiaro segnale al resto della concorrenza. E cioè che non ha alcuna intenzione di arrendersi, ma che anzi nella prossima stagione vuole tornare a vincere qualcosa di importante. Se così non fosse, infatti, non avrebbe certo pescato questo asso dalla manica (un vero e proprio coup de theatre) e – diremo di più – non avrebbe nemmeno chiesto al suo storico rivale di avviare questa collaborazione. Non solo, perché in Andy Murray il nativo di Belgrado trova innanzitutto una persona competitiva, la cui fame in carriera ha eguagliato – se non superato – la sua. E in secondo luogo può contare sul fatto che il ‘Sir’ è uno di quelli che maggiormente conoscono i suoi punti deboli e quelli forti.
A queste considerazioni, inoltre, si aggiunge un altro aspetto interessante. Avere nel suo angolo un ex tennista così amato potrebbe permettere a Novak Djokovic di ingraziarsi qualche tifoso in più. Quale spalla migliore del britannico allora?
Ma ora arriviamo a Andy Murray, perché la domanda è lecita. Qual è il suo guadagno in questa partnership? Il primo aspetto che emerge – e non deve essere sottovalutato – è la possibilità pressoché unica di affiancare un tennista così forte e per di più appartenente alla sua epoca. L’altro ancora in attività, come ricorda l’ottimo Ben Rothenberg, sarebbe Grigor Dimitrov, ma il bulgaro – non ce ne voglia – non è alla pari di Nole. E un’occasione così importante non capiterà più al 37enne di Dunblane. Il quale per altro ha subito fatto capire di non volere rimanere “disoccupato” troppo a lungo e il segnale evidente è l’annuncio del suo tour a teatro nel 2025.
Inoltre, invertendo parzialmente il normale rapporto coach-giocatore, Andy potrebbe apprendere importanti lezioni in vista di un futuro da allenatore consolidato nel circuito. Una collaborazione, quindi, che sembra avere tutti i connotati del successo.
A questo proposito, tra l’altro, sono giunti anche un paio di pareri illustri. Il primo è quello di Nenad Zimonjic, storico amico di Djokovic al punto da diventare anche il suo primo assistente tecnico durante la scorsa primavera: “Novak è una persona molto intelligente quando si tratta di prendere decisioni importanti. Credo che Andy Murray possa svolgere molto bene questo ruolo perché si conoscono bene (hanno giocato anche un paio di doppi insieme nel corso della carriera, ndr), hanno stili di gioco simili e lo scozzese era uno dei migliori al mondo. Il suo grande obiettivo è vincere un altro Slam e ora lo vedo molto più motivato rispetto all’inizio del 2024. Credo che questa relazione possa funzionare bene. Spero che le cose vadano bene a Murray come allenatore”.
Sulla stessa linea anche Nicolas Mahut, ex numero 1 al mondo nel doppio: “Ero abbastanza pessimista per Novak Djokovic a dire il vero. Pensavo che stesse andando un po’ verso la fine della sua carriera. Non lo vedevo vincere uno Slam nel 2025. Ora invece penso che prendere Andy Murray come allenatore gli darà una spinta. Forse deve aver sentito anche lo stesso Djokovic che occorreva fare qualcosa. Sento che potremo davvero vedere ancora un grande Novak”.