Ci ha pensato ancora San Davis, quello di Frosinone, il Lukaku de noialtri, a sbrogliare la matassa e regalare all’Udinese un pareggio tutt’altro che da ricordare.
Meno male. Perché fino a un quarto d’ora dalla fine la parola chiave della partita era una, tedesca: achtung. Lo scriviamo in tedesco, la lingua di mister Runjaic che alla vigilia aveva esortato i suoi a ripartire con gioco e punti dopo i tre stop. E aveva mostrato una certa convinzione. Achtung, attenzione. Dopo due settimane di allenamenti o partite con la nazionale, una pausa che arrivava dopo l’inopinata sconfitta di Venezia e i due ko dalla faccia diversa con Juve e Atalanta, ci aspettavamo di meglio che un’ora e un quarto di partitaccia.
Contro una squadra di garra e poco altro, perché le cose vanno dette, i bianconeri lunedì 25 novembre in giallo sono riusciti a fare pure peggio. Gol fatto fare, nell’unico tiro in porta toscano, poi tanta confusione dalla quale per fortuna è arrivato San Davis, dopo, va detto, un rigore non dato ai bianconeri. È andata bene? Macchè. Nell’ultimo quarto d’ora l’Udinese ha dimostrato che, con altra testa e convinzione, si sarebbe potuta gustare una vittoria come si fa al mare della Versilia col gelato Sammontana, tanto per citare uno storico sponsor dei toscani. —