IVREA. Nei primi dieci posti, differenziando i percorsi e gli indirizzi, le scuole superiori del Canavese si ritrovano praticamente tutte. La classifica di Eduscopio, elaborata dalla Fondazione Agnelli, offre una fotografia panoramica sulle scuole superiori (i dati si riferiscono al 2021) che analizza alcuni parametri per capire quali siano i licei che meglio preparino gli studenti per l’università e quali istituti tecnici e professionali offrano maggiori possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. L’analisi di Eduscopio racconta di come le scuole di provincia siano estremamente formative e non hanno nulla da invidiare a quelle di Torino. Se divergenze esistono, sono legate ai servizi che ruotano attorno alle scuole, primo fra tutti quello del trasporto pubblico locale.
Il liceo Gramsci di Ivrea (scienze umane, opzione economico sociale) si conferma al primo posto come migliore tra Torino e provincia. Nei primi dieci dello stesso indirizzo c’è anche l’Europa Unita di Chivasso. Il liceo Botta di Ivrea è al secondo posto come miglior liceo classico (lo scorso anno era quinto) ed entro i primi dieci c’è anche (all’ottavo posto) il liceo Newton di Chivasso. Nei primi dieci licei scientifici c’è l’Aldo Moro di Rivarolo (settimo e lo scorso anno era nono). Nel liceo scienze umane, il liceo Gramsci di Ivrea è al terzo posto e al decimo si trova l’Europa Unita di Chivasso. Secondo posto al Martinetti di Caluso anche per gli Istituti tecnici tecnologici (nei primi dieci c’è anche il Moro di Rivarolo). Il Martinetti di Caluso è secondo anche tra i licei artistici e quinto è l’artistico Faccio di Castellamonte. Tra gli istituti tecnici economici c’è un quinto posto per il 25 Aprile di Cuorgnè.
LAVORO DOPO LA SCUOLA
Ottimi piazzamenti anche nella classifica legata all’indice di occupazione dei diplomati. L’istituto Olivetti di Ivrea (che dal 12 novembre ha una nuova dirigente scolastica, Maria Rosaria Roberti) si conferma primo tra gli istituti professionali industria e artigianato tra Torino e provincia con un indice di percentuale di occupazione al 68%. Nei primi dieci, parlando di istituti tecnici economici, il Martinetti di Caluso (quarto posto, 60%), seguito dal Cena di Ivrea (57%) e all’ottavo posto, da 25 Aprile di Cuorgnè (54%). Sugli istituti tecnici tecnologici, il Moro di Rivarolo è al quarto posto (70%), l’Olivetti di Ivrea al sesto (62%) e l’Europa Unita di Chivasso al nono (60%). Tra gli istituti professionali dei servizi c’è l’Ubertini di Chivasso (settimo, 54%) e Caluso (decimo, 51%).
OBIETTIVO BENESSERE
E se i dati, al di là dei numeri, evidenziano quindi un tessuto di buone scuole, tutti i dirigenti scolastici tengono a sottolineare il lavoro di insieme. È efficace una sintesi di Katia Milano, dirigente scolastica dal 2019 alla guida del Martinetti di Caluso, istituto cresciuto rapidamente, che raccoglie una popolazione scolastica di provenienza eterogenea e che conta oggi circa 1.300 allievi compreso il serale. «Nessuna scuola lavora per le classifiche – osserva – ma per formare gli studenti e farli stare bene. Il lavoro puntuale delle scuole è quello di valorizzare le eccellenze e le competenze, aiutare chi ha qualche difficoltà in più e aiutare gli studenti a crescere, stare bene, diventare buoni cittadini e trovare la loro strada. Cerchiamo di far crescere gli studenti con percorsi per le competenze e l’orientamento, Erasmus, le lingue, esperienze che non si traducono in un voto ma sono importanti». Milano spiega che ci sono indirizzi fuori dal monitoraggio Eduscopio che hanno ottimi risultati: «L’indirizzo tecnico chimico, ad esempio, dà sbocchi nel mondo del lavoro e vediamo anche molti studenti che affrontano percorsi universitari importanti. O il nostro turistico, ben posizionato nel mondo di lavoro rispetto alla tipologia di contratto applicato e coerenza con il piano di studi». Daniele Vallino dirige il 25Aprile-Faccio: «Le buone posizioni in Eduscopio testimoniano la qualità del lavoro dei docenti che si traduce in livello di apprendimento, sia in funzione del proseguimento nell'università, sia nei riguardi dell'inserimento professionale». Vallino fa alcune puntualizzazioni: «L'indirizzo Costruzioni, ambiente e territorio (i geometri) non compare nella classifica perché, avendo una sola sezione, non raggiunge il minimo di allievi diplomati considerato soglia per partecipare alla classifica. Ma ci tengo a riconoscere buoni risultati conseguiti da chi prosegue gli studi, perlopiù al Politecnico e, per gli allievi che invece decidono di inserirsi nel mondo del lavoro, l'occupazione piena, anzi più che piena, tale da non riuscire a soddisfare tutte le richieste». Lucia Mongiano è una ex allieva del liceo Botta di Ivrea e da 13 anni lo dirige. «Come criterio generale, la valutazione della scuola è quella che appare – dice –. Siamo contenti ci siano delle conferme. Ovviamente ci sono diverse sfaccettature che non possono essere prese in esame. Certe eccellenze di studenti che frequentano all’estero non sono conteggiate». Dire liceo Botta (circa 850 studenti) significa anche evidenziare grande senso di appartenenza e attaccamento alla scuola: «Sì, è vero. Tra l’altro, dall’anno scorso abbiamo il progetto “Ritorna al tuo liceo” con studenti laureati da poco o che frequentano la magistrale che vengono da noi per condurre degli approfondimenti. Sono momenti molto belli, freschi e coinvolgenti. Ospitiamo anche grandi nomi, come Enrica Pagella o Marco Leona e qui gli studenti ascoltano la costruzione di un percorso. Gli studenti delle quarte e delle quinte devono scegliere, autodefinirsi. Su questo fronte, lavoriamo con tante università per aiutare nell’orientamento». In un momento di scelta della scuola superiore, da parte delle famiglie, per Mongiano è necessario prestare molta attenzione: «La domanda che si devono fare le famiglie è: che cosa voglio per mio figlio?».
LAVORO D’INSIEME
Da sei anni alla dirigenza del liceo Gramsci di Ivrea, 59 classi e oltre 1.400 studenti, Marco Bollettino prende atto dei buoni risultati della sua scuola nella classifica di Eduscopio, ma osserva: «Io non penso comunque sia sbagliato concettualmente mettere le scuole in una graduatoria. Il sistema scolastico si muove insieme e quindi funziona o fallisce insieme». Bollettino sottolinea che ci sono ragazzi che possono anche non avere un percorso perfetto: «Sì dà una strada a tanti ragazzi con le loro aspirazioni e le loro caratteristiche e bisogna trovare la migliore strada per loro». «L’economico sociale - aggiunge – piace molto, è un percorso equilibrato e completo. I ragazzi lo affrontano con impegno e, dopo cinque anni, alla fine di un percorso, li ritrovi cambiati». Il liceo scientifico d’ordinamento offre un ventaglio di porte aperte: «Vediamo sbocchi universitari non polarizzati: economia, lettere, matematica, fisica, medicina e politecnico». Bollettino sottolinea l’esigenza di offrire un ventaglio di possibilità: «Abbiamo cercato e cerchiamo di far star bene gli studenti anche in spazi a misura di persone».
Ottimo piazzamento anche per il Moro di Rivarolo, che da quest’anno è guidato da Cosetta Borelli: «Sono nuova e non voglio attribuirmi meriti, ho ereditato una situazione ben consolidata e questo risultato è una conferma. Tutti gli indirizzi, anche il linguistico che non compare nella classifica, offrono un’ottima preparazione. In ambito tecnico stiamo lavorando al riallestimento dei laboratori, per rafforzare un settore che si sta sempre più affermando per la professionalità dei diplomati. Durante il percorso sono accompagnati anche da Confindustria e questo è certamente un valore aggiunto. Per guardare al futuro l’indirizzo Elettronica ed elettrotecnica sarà indirizzato verso l’informatica, la domotica e le nuove tecnologie, con un occhio alla progettualità e al problem solving».
Soddisfazione esperssa anche da Enrico Bruno, dirigente scolastico del Cena di Ivrea: «Gli indirizzi tecnici e professionali permettono l'inserimento nel mondo lavorativo, ma anche il proseguimento all'università. In entrambi i percorsi è fondamentale l’esperienza di alternanza scuola-lavoro, che attraverso periodi di affiancamento in azienda permette agli studenti di conoscere, almeno in parte, il mondo del lavoro e di iniziare a riflettere su quale strada intraprendere dopo l'Esame di Stato».