Ha vinto Giuseppe Conte e ha perso Beppe Grillo. Questa è l’unica certezza della due giorni di Nova, la costituente 5 Stelle, che più che un congresso sembrava un po’ una mini-Atreju – scopiazzata, con i panel e le ospitate più o meno trasversali – e un po’ il programma di Nicola Savino, 100% Italia, coi sondaggi finali. Con la differenza che nel programma di Savino i sondaggi sono veri: qui il sospetto che siano stati pilotati (ed è stato lo stesso Grillo nelle scorse settimane e mettere i dubbio la trasparenza del tutto) rimane. Poco importa, alla fine: Nova era uno show, una kermesse, la presentazione della nuova auto, del rebranding del Movimento, il resto sono dettagli da burocrati azzeccagarbugli.
Quindi, stabilito chi ha vinto e chi ha perso, ci sono tutti gli altri dettagli da analizzare. Il primo, interessante, riguarda una degli ospiti – in collegamento – del Conte show: Sahra Wagenknecht, leader del partito tedesco Bsw. Espressione di quella politica rossobruna 2.0, rinfocolata in Germania dalla crisi dei socialisti e dall’avanzata di Afd. Antioccidentale, critica della Nato e con sguardo alle ragioni di Putin, in linea con quel pacifismo che i 5stelle hanno abbracciato strumentalmente. A sinistra di De Linke; quella è la chiave per capire dove andrà il Movimento 5 Conte. Con buona pace – scusate il gioco di parole – di Schlein e Pd. Come nel gioco dell’oca, un ritorno alla casella di partenza: Conte si giocherà, o ci proverà, una nuova verginità antisistema. Globale, stavolta. In bocca la lupo.
Poi c’è la vicenda Grillo. Politica e personale. “I 5 stelle uccidono il padre per diventare maggiorenni”, scrive il Fatto Quotidiano. Se l’omicidio è sotto gli occhi di tutti, sono le modalità a colpire. Più che Freud, un cesaricidio a tutti gli effetti, con Conte nel ruolo di Bruto. Più che il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, sembra un omicidio che sa di sopravvivenza, come nei film post apocalittici dove saltano regole e morale. Rimanere fedeli all’idea originale sarebbe stata la fine politica di troppi, a causa di quella unicità politica propria dei cinquestelle: i due mandati. Una classe dirigente si lega quindi a Conte per non tornare alla vita quotidiana, ma per rimanere nel palazzo. Con Conte. Per questo andava eliminato l’unico ostacolo: Grillo.
Detto, fatto. E quindi, forse siamo anche oltre il cesaricidio, siamo al deicidio. Perché Grillo – con Casaleggio, più di Casaleggio – è stato il creatore: dell’idea e delle persone che nel palazzo ci sono entrate. Allora, mentre i contiani banchettano alle cariche eterne, il pensiero va proprio allo sconfitto. In un mondo cinico, rivolgiamo a lui una pietas politica. Lui, costretto a osservare da lontano, commentando con un post amaro, la trasformazione dei suoi grillini in contiani. E chissà che non si chieda se a forza di Vaffanculo e battute feroci non sia stato lui stesso a crescerli così cinici. Poteva essere Anchise portato a spalle da Enea, è stato invece un Lev Trockij cancellato dalle foto con Lenin. Forse sì, a pensarci: sono veri progressisti.
L'articolo L’analisi. Grillicidio di Palazzo: così i contiani hanno gettato (per sempre) l’apriscatole sembra essere il primo su Secolo d'Italia.