È stato un addio amaro per Rafael Nadal. 22 Slam, 36 Masters1000, 5 Coppe Davis, 2 ori olimpici, 92 titoli e un totale di 209 settimane da n.1 del mondo. I numeri del campione maiorchino parlano chiaro e il suo addio ai campi da gioco, all’età di 38 anni, era inevitabile. L’aveva detto Rafa con anticipo: “La Coppa Davis sarà la mia ultima competizione, dopo mi ritirerò“.
E così a Malaga ci si è preparati per far vivere al fuoriclasse iberico delle giornate speciali, ma lui avrebbe preferito una celebrazione dopo una vittoria con la Spagna e non certo un’eliminazione immediata nella Final Eight contro l’Olanda, dovendo fare i conti con una sconfitta nel match d’apertura contro Botic van de Zandschulp.
Nel discorso finale di Rafa, fatto dopo aver ricevuto l’omaggio della ITF, la Federazione Internazionale di Tennis, e della RFET, la Federazione Spagnola di Tennis, c’è tutta la sua essenza. “Devo ringraziare molte persone. Inizierò da quelli che sono qui oggi. Grazie a tutti voi, il pubblico. Sono 20 anni, belli e brutti. Ho potuto vivere con tutti voi, voglio estendere il mio ringraziamento a tutta la Spagna e al mondo in generale. Mi sono sentito molto fortunato per aver ricevuto tanto affetto da parte di tutti, specialmente in Spagna“, le sue prime parole.
“È evidente che non è andata come volevamo. Ho dato tutto ciò che avevo. Voglio ringraziarvi per avermi dato l’opportunità di trascorrere questi ultimi giorni da professionista in squadra. Molti dei momenti più emozionanti della mia carriera li ho vissuti con la squadra spagnola. È stato un privilegio e un onore, abbiamo raggiunto cose molto belle insieme. Mille grazie a tutti“, ha ammesso Nadal.
E poi la motivazione del ritiro: “Il corpo mi ha detto che non vuole più giocare a tennis e bisogna accettarlo. Sono un privilegiato. Ho potuto fare del mio passatempo la mia professione. Sono un fortunato. La mia famiglia, il mio team, i miei amici. Sono una persona che crede nella continuità, credo nel mantenere le persone che ti vogliono bene e che rendono la tua vita migliore. Ho tenuto la mia famiglia vicina. Senza di voi, tutto questo non sarebbe stato possibile. Voglio ringraziare la Federazione, i miei sponsor, sono incredibilmente grato per la fiducia. Anche ai media. Mi sono sentito trattato molto bene da voi. Siete stati parte del mio successo. Spero di continuare a essere un buon ambasciatore del tennis“.
In conclusione, un concetto fondamentale: “La cosa più importante è che abbiate percepito che sono una brava persona. Me ne vado avendo incontrato moltissimi amici, persone che hanno lavorato con me nell’ATP, avversari. Me ne vado con la tranquillità di aver lasciato un’eredità sportiva e personale. Sono sempre stati lì con me, mi hanno sempre tenuto con i piedi per terra. Quello che succederà in futuro sarà più facile da affrontare. Sono tranquillo perché ho ricevuto un’educazione che mi permette di affrontare il futuro con serenità“.