Mancano un centinaio di medici della sanità territoriale in provincia di Belluno. E la situazione più grave si registra tra i medici di medicina generale: sono 51 gli incarichi vacanti.
È quanto emerge dall’elenco dei posti vuoti individuati dall’Ulss 1 Dolomiti e trasmesso ad Azienda zero a inizio aprile, in vista della copertura delle cosiddette zone carenti. Resta ancora critica, quindi, la situazione nel Bellunese, malgrado le iniziative messe in campo dalla direzione strategica dell’azienda sanitaria e malgrado il riconoscimento del territorio dolomitico come area disagiata (e alcune zone anche disagiatissime), che prevede un corrispondente aumento dei compensi dei professionisti.
Cosa peggiora
A peggiorare è la situazione dei medici di famiglia: nell’aprile 2023, infatti, mancavano all’appello 39 medici. Ora siamo arrivati a 51. Le zone con le criticità maggiori sono quelle del Feltrino (da Cesiomaggiore a San Gregorio, da Santa Giustina a Sedico) e tra Belluno-Limana-Ponte nelle Alpi e Soverzene: in entrambe le aree mancano sette professionisti. A seguire ci sono le aree del Cadore con Cortina, Borca, San Vito e Vodo e il Feltrino tra Feltre-Pedavena e Setteville dove mancano quattro professionisti. Tre posti da coprire ci sono anche nell’Agordino e nel Cadore tra Calalzo, Pieve e Valle. Nel capoluogo ad aprile era presente tra le zone vacanti anche quella di Castion, che però a giorni sarà coperta da un medico specializzando.
Resta critica, ma costante nei numeri, la situazione per l’assistenza primaria, cioè le cosiddette guardie mediche, quelle che entrano in attività nei giorni festivi, prefestivi e dalle 20 alle 8 di ogni giorno della settimana. Restano 46 i posti da coprire per un totale di 1.104 ore di incarichi totali. Un numero che si ripete da oltre due anni.
Cosa migliora
Rispetto allo scorso anno, però, ci sono dei miglioramenti, a cominciare dall’ambito dell’emergenza sanitaria territoriale (il personale sulle ambulanze), dove i 30 posti mancanti nel 2023 sono stati coperti.
Migliora anche la situazione tra i pediatri di libera scelta: ad aprile 2023 erano cinque quelli che mancavano, ora siamo scesi a tre. Le aree in difficoltà sono i territori del Comelico e di una parte del Cadore (tra Auronzo, Lozzo, Lorenzago e Vigo per un totale di nove comuni) e la zona che va dall’Alpago a Limana, dal Longaronese a Ponte nelle Alpi e da Belluno a Tambre a Zoppè di Cadore per un totale di 11 comuni. Le sedi da coprire principalmente sono quelle di Val di Zoldo e di Longarone. Infine, l’ultima zona carente per i pediatri è quella che comprende gli otto comuni di Arsiè, Feltre, Fonzaso, Lamon, Pedavena, Seren del Grappa, Settevile e Sovramonte. E tra questi la zona più a rischio è quella di Alano di Piave (ora confluita nel comune di Setteville).
