L’aereo che dopo tredici ore di volo fa scalo a Madrid, giusto il tempo di alzarsi dal proprio posto ed è arrivato il malore che di lì a qualche giorno se la sarebbe portata via. Alessandra Pignatta aveva 39 anni, era dipendente della Curia vescovile all’Archivio storico diocesano e abitava in centro città con i genitori. Quando si è sentita male stava rientrando in Italia da un viaggio di quelli sognati da tempo, alla scoperta di Argentina e Patagonia. Si è spenta domenica 5 febbraio nella capitale spagnola dove era stata ricoverata d’urgenza in terapia intensiva.
Il tour era organizzato dall’agenzia di viaggi della diocesi. «Siamo partiti il 21 gennaio – racconta don Riccardo Gobbi, parroco di Ognissanti e San Barnaba che era referente del gruppo mantovano – eravamo in diciotto, è stata un’esperienza straordinaria che Alessandra ha vissuto con coinvolgimento, gioia e interesse profondo. Era un viaggio che desiderava fare da tanto».
Il 1° febbraio hanno preso il volo di ritorno da Buenos Aires con scalo a Madrid dove avrebbero dovuto attendere l’aereo per Malpensa. «Siamo atterrati a Madrid verso le nove di mattina, lei si è sentita male appena s’è alzata per scendere dall’aereo». Sembrava un banale svenimento, i compagni di viaggio che la soccorrono, poi la corsa dell’ambulanza sulla pista, i primi interventi di rianimazione, il ricovero d’urgenza in ospedale, il reparto di terapia intensiva, i medici che da subito parlano di situazione grave, i familiari che si precipitano da Mantova. Quattro giorni dopo non c’era già più nulla da fare e i genitori hanno scelto di donare i suoi organi.
Laureata in beni culturali, Alessandra era stata assunta all’Archivio storico diocesano il 1° gennaio 2018. In particolare si occupava di certificati per la doppia cittadinanza, evadendo le tante richieste di ricostruzioni genealogiche provenienti da tutto il mondo da famiglie di immigrati tra fine ’800 e inizi ’900. «In questi cinque anni – racconta il direttore dell’archivio Massimiliano Cenzato – ha arricchito le sue conoscenze diplomandosi anche alla scuola di archivistica, paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato».
Molto attiva nella parrocchia cittadina del Duomo, dove era stata prima catechista e ora lettrice, amava la musica e con la sua chitarra e il suo canto animava tutte le messe della domenica mattina alle 10 accompagnando il coro: «Era credente e ha sempre svolto il suo servizio per la nostra parrocchia – ricorda il parroco del Duomo don Renato Zenezini – era seria, umile e dolce». «Aveva il dono di vedere sempre la bellezza del mondo» si legge in uno degli articoli apparsi sull’edizione de La Cittadella di domenica che le ha dedicato una pagina. Ora resta l’attesa per il nulla osta al rientro della salma in Italia per poter celebrare i funerali.