MESTRE. «La partita è ancora aperta: il Consiglio di Stato ha accolto la nostra richiesta di sospensiva e ha fissato un’udienza definitiva per il prossimo 21 aprile». Il potenziamento dell’inceneritore di Fusina continua ad essere terreno di scontro tra comitati e Veritas-Ecoprogetto. E la sfida da tempo si è spostata nelle aule di giustizia. Dal Tar al Consiglio di Stato.
Ad annunciarlo sono stati i Comitati del coordinamento “No Inceneritore Fusina” che hanno organizzato una protesta in centro a Mestre in via Dante davanti alla sede Veritas. Esposti vari cartelloni di protesta.
«Dopo la bocciatura del primo ricorso da parte del Tar del Veneto», spiega per i comitati Mattia Donadel di Opzione Zero, «è arrivata la decisione del Consiglio di Stato sulla richiesta di sospensiva depositata in appello a seguito della discussione avvenuta lo scorso 27 gennaio a Roma». Si tratta di una decisione positiva per i comitati del Coordinamento “No Inceneritore Fusina”.
«La partita legale è ancora aperta», sottolinea Donadel. «Il Consiglio di Stato ha di fatto accolto la nostra richiesta di sospensiva fissando a breve l'udienza per la discussione sul merito del ricorso il 21 aprile. Un esito non scontato, perché se il collegio giudicante avesse riconosciuto come valide le eccezioni sollevate dal Tar Veneto sulla nostra legittimazione a presentare ricorso, ci sarebbe stato un inevitabile respingimento. Il potenziamento dell’inceneritore di Fusina è già partito con l’attivazione della linea 1. Ora puntiamo a fermarla e bloccare l’avvio delle linee 2 e 3».
La battaglia per i Comitati è ancora lunga. «Ci auguriamo», sottolinea ancora Mattia Donadel, «che il Consiglio di Stato si avvii ad esprimere un giudizio anche di merito sulle contestazioni».
Ma per i comitati sono emerse anche altre criticità. «Avevamo già sollevato in precedenza forti dubbi sulle misurazioni e sulle simulazioni presentate da Ecoprogetto per quanto riguarda in particolare le emissioni gassose dell’impianto e le ricadute sul territorio», denunciano dal Coordinamento, «che ora trovano conferme».
Una è impressionante: «Il campionamento dei gas prelevati a camino, è stata affidato totalmente a Lecher srl, una società controllata direttamente da Veritas Spa per il 50%, e per l’altro 50% detenuta dalla Depuracque di Salzano, che a sua volta è al 100% di Veritas. Il direttore di Depuracque è Massimo Zanutto, che ricopre la stessa carica per l’inceneritore di Ecoprogetto. Qui siamo al punto che il controllato è controllore di se stesso».
E il dubbio sulla qualità dei dati, dicono i comitati, trovano conferma in analoghe ricerche svolte da comitati olandesi che contestano impianti di incenerimento.
Poi la battaglia dei comitati continua con la richiesta di eseguire i biomonitoraggi per sapere quale è il reale livello di inquinanti accumulati nell’organismo delle persone che abitano il territorio intorno a Porto Marghera. «A oggi», conclude Donadel, siamo a un nulla di fatto sull’indagine epidemiologica. L’11 febbraio andremo con una delegazione nella sede veneziana del dipartimento prevenzione a reclamare una risposta chiara». Per sostenere bio monitoraggi e azioni legali è stata avviata una campagna di raccolta fondi.
