CAVRIAGO. Il fare opposizione politica, anche se ormai fuori dai banchi consiliari, ha travalicato il segno sconfinando in maleducazione e misogenia. E poco importa se le scuse sono arrivate a stretto giro. Un attacco diretto e sgrammaticato, contro il sindaco Francesca Bedogni, è apparso a opera di Tommaso Cavezza, ex consigliere comunale di lungo corso, nonché candidato sindaco nel 2014, tra i commenti a un post sugli ultimi interventi di riqualificazione nel Comune su “Sei di Cavriago se...”. Post poi cancellato dall’amministratore del gruppo.
«La Bedogni si è aumentata lo stipendio perché deve dimagrire», ha scritto l’ex consigliere. E la cancellazione del post non è bastata a sottrarlo alle sue responsabilità alle quali lo ha subito inchiodato la prima cittadina che ha postato lo screenshot del commento incriminato sulla sua bacheca chiedendo le immediate scuse a Cavezza. Una reazione pronta che le ha consentito di trovare nel potere di amplificazione della piazza virtuale l’assist perfetto per fare centro.
«Pubblico questo commento casomai qualcuno se lo fosse perso per ricordare a tutti noi che esiste un limite che non andrebbe mai superato e che una donna non deve accettare mai comportamenti di questo tipo senza alzare la testa. Tommaso Cavezza chiedi scusa» ha scritto.
Scuse che l’uomo ha pubblicato subito dopo sia sotto forma di commento allo stesso post della Bedogni e poi come post sulla bacheca della prima cittadina: «Francesca Bedogni ti chiedo scusa e lo chiedo pubblicamente. Ho scritto purtroppo senza pensare e senza volerti offendere, anche se mi rendo conto di averlo fatto. Chiedo scusa anche a tutti i cittadini di Cavriago. Frasi come le mie non devono essere scritte perché possono fare male a chi le riceve ma soprattutto sono un cattivo esempio per i giovani. Ancora scusa sia a te donna che come sindaco».
«Scuse indigeste. Innanzi tutto Cavezza dice una falsità: non ho avuto alcun aumento di stipendio – spiega poi il sindaco –. Poi è il gesto in sé che non consente di accettare le scuse. Al giorno d’oggi un fatto del genere, che colpisce una donna sul suo aspetto fisico, va stigmatizzato. Tante ragazzine per lo stesso motivo vengono prese di mira, sia a scuola che sui social. Farla passare darebbe a intendere che sia un fatto tollerabile. E non lo è». I presupposti per una querela ci sarebbero ma la Bedogni conclude: «Non lo farò. Non è necessario. Credo nella forza di persuasione delle idee».
Bedogni ha ricevuto il sostegno e il plauso di molti. A esprimerle solidarietà tra i tanti anche i sindaci del distretto.
«Cara Francesca, piena solidarietà da Bibbiano», commenta Andrea Carletti. «Come sempre piena solidarietà e teniamo botta che ce n’è bisogno», scrive da San Polo, Franco Palù. —
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