TREVISO. «Le rimozioni potranno essere autorizzate di volta in volta, se risulterà impossibile modificare il progetto». Una riga che sta scatenando un caso. Siamo al Pattinodromo, davanti al progetto per la realizzazione dell’interrato.
A scrivere questa riga la Soprintendenza ai beni architettonici del Veneto commentando il piano per la realizzazione del park, un progetto che già prevede di ritrovarsi davanti tracce o pezzi dell’antico muro di controscarpa che era un tutt’uno della cinta cinquecentesca.
Che succede
Il progetto – ormai definitivo – prevede di sostituire l’attuale park a raso con un interrato coperto dal verde. Pressochè lo stesso numero di parcheggi attuali, ma nascosti e a pagamento. Il piano, lanciato da Manildo e proseguito da Conte è ora quasi ai blocchi di partenza e sta incontrando un’ultima e strenua opposizioni da associazioni cittadine, Italia nostra in primis, che con Fai, Treviso Sotterranea, Auser, due giorni fa ha lanciato un petizione per stoppare il piano.
Ma ora c’è di più; perchè dalle carte del progetto emerge come sia già previsto di ritrovarsi davanti reperti dello storico, e interrato, “muro di controscarpa” che delimitava l’antico fossato. Quello stesso muro che anni or sono (assieme a un mare d’acqua) fece desistere proprio la Lega dalla realizzazione di un multipiano interrato al Pattinodromo. Bene, oggi si è ragionato in modo diverso da allora, prevedendo di scavare e, nel caso, demolire.
Il parere della Soprintendenza
Il piano è stato posto all’attenzione della Soprintendenza da tempo, e la risposta è stata circostanziata. L’Ente ha sottolineato come «le attività di scavo andranno fatte con la supervisione degli uffici», e «eventuali rinvenimento nella fase degli scavi archeologici preventivi dovranno portare ad allargare la campagna di indagine». Fin qui tutto bene: tutto improntato alla massima cautela. Ma è il capoverso successivo della relazione della Soprintendenza a dare l’idea di quel che è previsto si possa fare.
«Per ciò che concerne la richiesta di rimozioni parziali (quindi il progetto già le prevede a prescindere, ndr) della struttura muraria del muro di controscarpa» sottolinea la Soprintendenza, «le rimozioni potranno essere autorizzate dall’ufficio di volta in volta, allorchè risulti impossibile modificare la posizione delle opere previste per conservare la struttura muraria». Insomma, pur con tutte le cautele, se non ci sono alternative anche secondo la Soprintendenza si potrà rimuovere, ovvero demolire.
«Allucinante, è la storia»
Si tratti di un solo mattone o di un intero tratto dell’antico muro di controscarpa Italia Nostra non fa differenze e attacca: «Qui stiamo parlando di un monumento, le mura, certificato come tale dallo stesso Ministero. Ma invece di pensare di tutelarlo, svelarlo, valorizzarlo, si dà disponibilità a demolirne parti. È come se durante uno scavo archeologico in un’area monumentale decidessimo di buttare reperti del monumento che troviamo e intralciano» commentano da Italia Nostra che sottolinea come «sia allucinante e contrario al buon senso e alla tutela storica operare in questo modo». Un posizione troppo estrema? Intanto, la petizione contro il park ha raggiunto quota 500 firme. —