SPILIMBERGO. Sacco a pelo, due teli di plastica, una bottiglia d’acqua e cioccolata: è l’equipaggiamento con il quale il ristoratore di Sequals Ferdinando Polegato, 67 anni, divenuto celebre per la sua imitazione di Benito Mussolini, è salito mercoledì 23 dicembre in cima alla torre della centrale idroelettrica a Istrago di Spilimbergo.
Sulla bandiera italiana, appesa alla ringhiera, ha scritto “Adesso basta!”. Il messaggio è rivolto al governo e ai dpcm che hanno imposto nuove restrizioni alle attività di ristorazione durante le festività natalizie.
Polegato ha spiegato che porterà avanti il suo presidio di protesta a oltranza, «finché non ci riapriranno i ristoranti», incurante delle previsioni meteorologiche che annunciano il freddo artico proprio nei prossimi giorni.
«Io non tremo, resterò qui anche a Natale, Santo Stefano, finché riesco, ho quasi settant’anni – ha affermato –. Non mi interessa di morire qui sopra, che muoia nel ristorante chiuso o qui, almeno mi levo una soddisfazione. Ci hanno massacrato, ora almeno ci facciano lavorare».
Polegato ha sottolineato come i ristoranti siano «i punti più sicuri di tutti» per le numerose misure anticontagio messe in atto.
«Manteniamo le distanze, indossiamo le mascherine, ma dobbiamo poter lavorare – ha osservato il ristoratore – . C’è tanta disperazione in giro, vedrai quanta gente chiuderà nelle prossime settimane. Cosa vuol dire ristori? Seicento euro ti bastano appena a pagare l’Inps e le imposte».
«Io non sono una persona violenta, ecco perché ho scelto questa forma di protesta. Non bisogna mai aver paura di esprimere le proprie idee», ha detto la sua. La Digos di Pordenone ha intavolato ieri sera una trattativa per farlo desistere. «A mezzanotte mi infilerò nel sacco a pelo, nessuno mi porterà via da qui», prometteva ieri sera Polegato.
Già nel 2011 l’imprenditore di Sequals aveva inscenato una protesta analoga proprio sulla torre piezometrica di Istrago, a una cinquantina di metri d’altezza, contro l’eccessiva pressione fiscale subita da artigiani e commercianti. All’epoca, però, era estate: il presidio era durato dall’alba del 2 agosto alla mattina del 3 agosto.
Dopo lunghe trattative con la Digos il ristoratore è sceso dalla torre.
